VALORIZZARE GLI INSEGNANTI
Isindacati trentini del comparto scuola, pur esprimendo soddisfazione per la manovra di stabilizzazione del personale docente, hanno sollevato due questioni, relative agli ambiti territoriali e alla valorizzazione dei singoli insegnanti. Di particolare interesse è il secondo aspetto: meccanismi analoghi, basati su regole incerte e mal costruite, retroattività, estrema discrezionalità dei vertici sono presenti — e sono stati applicati — anche in altri ambiti pubblici, come ad esempio quello universitario.
Se i premi economici che vengono assegnati dipendono da vaghe linee guida, interpretabili liberamente dal dirigente in assenza di un quadro normativo certo e preesistente, con una direttiva «ufficiosa» che vuole individuare ex post numeri congrui, i profili negativi non mancano. I docenti soggetti a tale valutazione non sono in grado di sapere prima quali comportamenti e quali attività sono considerati meritevoli di riconoscimento, venendo meno l’effetto incentivante dei meccanismi premiali e ponendo i lavoratori nell’incertezza. Data l’estrema discrezionalità, il rischio che la scelta si trasformi in arbitrio — o comunque che la percezione comune, proprio per la fumosità delle regole, vada comprensibilmente in quella direzione — è alto. Se infine, tra i diversi elementi del rapporto di lavoro, ne sono valorizzati alcuni (più facilmente misurabili oppure manipolabili) e tralasciati altri, si promuovono di fatto atteggiamenti utilitaristici di bassa ragioneria che portano a uno svilimento del ruolo complessivo del docente.
La richiesta di regole predeterminate, costruite attraverso un procedimento partecipativo che individui gli elementi qualificanti di un rapporto lavorativo complesso e fondamentale per la società, attraverso scelte discrezionali, ma non arbitrarie, comunque verificabili e motivate, è sacrosanta proprio per evitare tutto ciò. Ma anche per due ulteriori obiettivi: garantire l’autonomia del docente, che non deve pensare di poter essere soggetto a discriminatorie liberalità (e punizioni) di un sovrano, anche se illuminato. E per riconoscere, proprio a partire dal mondo scolastico e universitario, valori fondamentali quali la certezza del diritto, l’imparzialità della pubblica amministrazione, la trasparenza delle decisioni e, più in generale, il rispetto per le regole, sia nelle fase di elaborazione delle stesse sia della loro applicazione.