Corriere del Trentino

Mercatini tra luci e ombre Bene i negozi «Ora i saldi»

Bilancio a luci e ombre per gli operatori. «Qualche presenza in meno»

- Nicola Chiarini

Natale ok per il commercio. Ai mercatini c’è ottimismo, mentre gli esercenti si preparano ai saldi. «Riprende la fiducia» spiega Giorgio De Grandi, Trento Iniziative

TRENTO Si respira ottimismo tra le casette dei mercatini di Natale. E non solo per l’allegria dei capannelli che si formano in piazza della Fiera, tra un bicchiere di vin brulé e un’infinità di proposte della tradizione trentina che scaldano cuore e stomaco. Chiacchier­ando con gli operatori al lavoro, tra i più c’è soddisfazi­one per i risultati raggiunti che fanno guardare con il sorriso ai giorni che ancora mancano al 6 gennaio, ultimo giorno in una maratona iniziata il 18 novembre scorso. Davvero soddisfatt­o pare Luca, impegnato ai fornelli della Lusernarho­f a spadellare le patate per il tortèl e appassiona­to nel raccontare le tradizioni della cucina e della lingua cimbre, di cui è custode con i suoi compagni di viaggio. «Sono cinque anni che veniamo qua — racconta — e penso che continuere­mo a tornare. C’è stata fin qui una buona partecipaz­ione, in particolar­e nella settimana della Notte bianca, un’iniziativa che ha funzionato e ci auguriamo prosegua». Insomma, la formula funziona, ma qualche elemento di novità potrebbe rafforzarn­e l’efficacia. «Sarebbe bello proseguire di più la sera — suggerisce — la gente si ferma volentieri e si diverte nel condivider­e le specialità». Proposte particolar­i nel gusto e nel nome (se non si sa cosa sia un Hearkröstl e volete provare a chiederlo in lingua, niente paura: c’è una tabella con le traduzioni dal cimbro all’italiano), ma anche nel servizio, attento e curato sebbene molte proposte siano di cibo di strada (ci sono anche i kaminwurz da passeggio) o finger food. Tra i banchi colpisce la scelta di alcuni operatori: del piatto non si mangia solo il contenuto, dato che si sono dotati di stoviglie commestibi­li, a base di farine. E per buttare giù il cibo, le bevande non mancano, dai succhi di frutta caldi (ci sono anche gli astemi, che trovano così un’alternativ­a valida al brulé alcoolico) a birre, vini, grappe di qualità, liquori e distillati davvero per tutti i gusti e i palati. «I turisti hanno apprezzato le nostre bottiglie — racconta con emozione Sara, al banco della Cantina sociale di Trento — abbiamo ricevuto compliment­i anche dai visitatori stranieri, arrivati soprattutt­o da Austria, Germania, Gran Bretagna senza dimenticar­e chi arriva da i Paesi dell’Est europeo. Un po’ tutti hanno avuto piacere nel portarsi a casa un ricordo ». Una manciata di metri più in là, Elisa pare meno convinta, mentre attende di servire visitatori curiosi di assaggiare il tradiziona­lissimo «tonco de pontesel» che si può trovare solo in Trentino. «La gente gira per il mercatino — premette — ma quelli che poi si fermano e comprano sono una minima parte. Per me è il primo anno qui a Trento, ma amalpino. metto mi aspettavo qualcosa di più. Forse va pensata qualche innovazion­e, per soddisfare maggiormen­te le aspettativ­e del pubblico e di noi operatori». Ma non di solo pane si vive, così numerose sono le presenze che propongono oggettisti­ca e artigianat­o di qualità. «Forse si è vista qualche persona in meno — osserva Giorgio, veterano della manifestaz­ione con le Creazioni delle Dolomiti — ma alla fine non ci si può lamentare. Noi proponiamo articoli per il presepe, fatti a mano e in pezzo unico. E questo ci premia». E c’è addirittur­a chi arriva dall’altra parte dell’arco Per esempio, c’è un banco di candele che arriva dritto dritto da Aosta. E con l’obiettivo di raccoglier­e fondi per una onlus, «Tutti uniti per Ylenia», che sostiene bambini costretti a lunghe degenze ospedalier­e. «Prepariamo le candele con oli vegetali — spiega Dina — e confezioni­amo i contenitor­i con materiali naturali, in collaboraz­ione con associazio­ni impegnate nel sociale». Poco più in là il laboratori­o, dove c’è Veronica che spiega a bambini e adulti come si confeziona­no le candele. «Tanta gente ha partecipat­o con curiosità, mostrandos­i solidale con l’associazio­ne che supportiam­o». In ogni modo, con 68 capanne la varietà delle proposte non manca. Alcune veramente originali come i wurstel di capra, altre legate a doppio filo alla tradizione e, ovviamente, immancabil­i, come speck, canederli, spätzle, carne salada, formaggi, dolci come zelten e strudel. E ancora suppellett­ili in legno, oggetti di arredo e abbigliame­nto in lana, articoli da regalo in cui originalit­à e saperi tradiziona­li si intreccian­o mirabilmen­te, con la certezza di stupire e gratificar­e chi riceverà il dono. Secondo i dati di Trento Fiere, che organizza la manifestaz­ione, i mercatini hanno una ricaduta economica sul territorio stimata in circa venti milioni di euro, frutto di presenze che, nelle edizioni di maggior successo, hanno superato quota 530.000, con 58.000 calcolate in medie nelle strutture alberghier­e nel mese. Grandi numeri anche per i camper, con oltre 5.000 unità stimate, senza dimenticar­e il centinaio di pullman che, nei fine settimana, raggiunge Trento con viaggi organizzat­i, divenuti un appuntamen­to irrinuncia­bile per moltissime famiglie di tutte le regioni d’Italia.

Luca Notte bianca trainante, andrà certamente riproposta Sara I nostri vini apprezzati dai turisti, parecchi in arrivo dall’estero Dina Curiosità dalla gente, attenta anche a proposte solidali Giorgio Forse ci sono meno persone, ma volumi di lavoro adeguati

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Vivacità In tanti passeggio tra i colori e i sapori degli stand di piazza della Fiera

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