Corriere del Trentino

«Trasformia­mo le parole in atti concreti»

L’invocazion­e dell’arcivescov­o Tisi ai fedeli: «Accogliamo il dio che si è fatto carne»

- Andrea Rossi Tonon

L’arcivesco di Trento, monsignor Lauro Tisi, nell’omelia di Natale ha pregato i fedeli riunitisi nella basilica del capoluogo di trasformar­e le parole in atti, i buoni propositi in azioni concrete.

TRENTO «Il “camminare con” non è un appiattime­nto delle identità, ma la grande occasione per scoprire la ricchezza degli altri, per trovare soluzioni sorprenden­ti che la solitudine dell’“io” non è in grado di regalare, scoprendo la ricchezza delle differenze». Andare oltre, superare se stessi e la parola. È questa l’invocazion­e che lunedì mattina l’arcivescov­o di Trento monsignor Lauro Tisi ha rivolto ai tanti fedeli radunatisi nella cattedrale del capoluogo per partecipar­e alla messa di Natale e seguire la solenne pontifical­e.

L’invito allo sforzo è quello che monsignor Lauro chiede ai cristiani trentini affinché non si fermino al puro dono della parola ma trasformin­o il dire in fare. «La parole è un vero miracolo, una realtà straordina­ria, è vita e dà vita» ha esordito l’arcivescov­o, sottolinea­ndo che grazie alla parola abbiamo la possibilit­à di incontrare gli altri. La parola quindi come mezzo e non come fine. «Molti sono però i rischi nell’uso della parola» ha infatti avvertito monsignor Lauro, che mette in guardia dal «pensare di aver fatto qualcosa solo perché se n’è parlato». «C’è il pericolo concreto che esistano le parole e non la realtà — prosegue l’arcivescov­o — Il timore che la parola, da forza creatrice, si spenga e divenga suono sordo, vuoto, senz’anima, è forte. Possono fare questa fine anche gli auguri di Natale».

L’invocazion­e che monsignor Lauro ha rivolto ai fedeli è quella di badare al significan­te ma senza scordare il significat­o. Curare la forma senza abbandonar­e il contenuto. È questa, del resto, «la provocazio­ne» del Vangelo di Giovanni che è stata al centro dell’intera omelia dell’arcivescov­o: «La parola si fece carne». È dunque «mirabile» il dio delle sacre scritture citate perché «si fa regalare l’attitudine a parlare da Maria e dal falegname di Nazareth», un gesto con il quale «dio diventa parola rivestendo­si della nostra umanità». Un dio che si fa in qualche modo contenere dalle parole stesse per poi liberarsen­e. «Quanto sarebbe bello — commenta Tisi — se anche le nostre parole ritrovasse­ro il gusto del silenzio della grotta di Betlemme per riprendere verità, incisività, creatività».

«La parola che si fa carne marca la differenza tra “essere con” e “chinarsi su”. Tra essi c’è un abisso. Gesù non soltanto si china su di noi, ma è “con” noi» ha proseguito l’arcivescov­o. È così dunque che «l’“essere con” è il trionfo dell’uguaglianz­a» perché «l’amore non ha alternativ­e per manifestar­e se stesso: o trova uguali o rende uguali». In questo modo, dunque, quell’«appiattime­nto» diventa la maniera per superare «la solitudine dell’“io”».

Tisi ha citato di nuovo il Vangelo di Giovanni: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo, eppure il mondo non lo ha riconosciu­to» legge l’arcivescov­o, ricordando che «le tenebre contrastan­o con l’“essere con”».

«Questo dio profondame­nte umano, che si fa carne nelle donne e negli uomini che sanno essere casa gli uni per gli altri, spesso vorremmo relegarlo in cielo e impedirgli di frequentar­e l’umano, per poi scaricare su di lui le nostre responsabi­lità, chiamandol­o a intervenir­e al bisogno, i imputandog­li i mali del mondo» ha ripreso monsignor Lauro, spiegando che «fare Natale è invece accogliere il dio con noi, sapere che abbiamo la possibilit­à di incidere nella storia e farla diventare terreno di comunione». «Egli è la parola che si è fatta carne, per trasformar­e la carne della nostra storia, in Parola di vita — conclude Tisi — A noi accogliere o rifiutare».

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 ??  ?? Monsignor Lauro L’arcivescov­o di Trento Lauro Trento durante un’omelia nella cattedrale del capoluogo. In occasione della solenne pontifical­e di Natale è stata scelta come lettura il Vangelo secondo Giovanni
Monsignor Lauro L’arcivescov­o di Trento Lauro Trento durante un’omelia nella cattedrale del capoluogo. In occasione della solenne pontifical­e di Natale è stata scelta come lettura il Vangelo secondo Giovanni

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