LE VARIE FACCE DELL’ISLAM
Il fenomeno migratorio sarà certamente uno dei temi «caldi» della prossima campagna elettorale in Italia. La formazione di un governo a rischio di xenofobia nella vicinissima Austria la dice tutta sull’emotività che il fenomeno suscita, ma soprattutto sulla sua distorsione prospettica. Si tratta infatti, almeno per ora, di una realtà quantitativamente circoscritta. In Trentino Alto Adige i migranti «occasionali» sono appena 3.317 su una popolazione totale di un milione 64.000 persone. Fobie e visioni apocalittiche sono dunque ingiustificate, e sembrano più che altro il frutto avvelenato dello «scontro di civiltà». La questione migratoria non può essere la foglia di fico con cui nascondere la realtà dell’islam europeo, cioè l’ormai stanziale presenza nei Paesi continentali di musulmani arrivati alla seconda e, in taluni casi, alla terza generazione.
L’islam europeo è considerato dagli xenofobi un potenziale veicolo di penetrazione del radicalismo. Proprio su questo ha recentemente riflettuto un importante convegno («L’islam e l’islam politico in Europa: trasformazioni e adattamenti») organizzato alla Fondazione Cini di Venezia. All’incontro hanno partecipato studiosi italiani e arabi, soprattutto dei Paesi del Maghreb. Il tema scelto suggerisce già molte cose: innanzi tutto, l’islam europeo non coincide specularmente con quello delle nazioni di origine. Come ogni altra concezione del mondo, l’islam, emigrando e adattandosi a contesti sociali e culturali diversi, cambia e appunto si trasforma. Ciò è già visibilissimo nei ragazzi musulmani di seconda generazione che, nati in Italia, frequentano scuole e università, e ai quali il diritto di cittadinanza garantito dallo ius soli è doveroso. Ma il nodo più delicato riguardava l’islam politico, la definizione più appropriata di quello che viene popolarmente chiamato fondamentalismo islamico. Ebbene, in primo luogo da parte degli stessi studiosi musulmani, è emersa la necessità di demistificare l’islam politico: non contestualizzarlo solo in una precisa fase storica, ma soprattutto considerarlo nel quadro dell’evoluzione del pensiero politico islamico, che si confronta con la democrazia e il secolarismo, rileggendo paradigmi classici, come la consultazione e il consenso. Si è trattato di un primo momento di riflessione che l’Istituto di ricerca e alti studi di Granada intende portare avanti per facilitare l’integrazione dei musulmani nella nuova «terra dell’islam»: l’Europa.