I profughi protestano: «Attesa lunga»
Marco, nel mirino la burocrazia. Padre Zanotelli: «È ingiusto trattarli così»
Ieri mattina un’ottantina di richiedenti asilo ha protestato davanti ai cancelli del campo di prima accoglienza di Marco, a Rovereto, dove molti di loro sono costretti a vivere da tempo. Sul posto, sono accorse le forze dell’ordine e ad ascoltare le proteste dei migranti anche padre Alex Zanotelli che ha commentato: «Non è questo il modo di trattare le persone». Sulla vicenda si sono espressi anche il direttore del Cinformi, La Spada, e l’assessore Zeni.
«Libertà, libertà, libertà». Una sola parola, gridata a squarcia gola tutti insieme. È questo ciò che ha chiesto ieri mattina un gruppo di persone formato un’ottantina di richiedenti asilo radunatisi verso le 8 davanti i cancelli del campo di prima accoglienza di Marco di Rovereto.
I migranti hanno bloccato l’accesso alla struttura della Protezione civile reclamando migliori condizioni di vita e quindi la possibilità di lasciare i container che li ospitano e nei quali alcuni di loro vivono anche da un paio di anni. Tempi molto lunghi che sarebbero legati ai tempi di convocazione e risposta della Commissione statale che valuta le domande di protezione internazionale o la valutazione dei ricorsi per chi l’ha presentato dopo il diniego alla prima richiesta. «Molti di noi hanno preso l’influenza ma devono comunque dormire insieme agli altri, al freddo» hanno spiegato alcuni di loro.
Una situazione che non si è mai surriscaldata e costantemente mantenuta sotto controllo dagli agenti della polizia di Stato e della polizia locale giunti sul posto fin dall’avvio della protesta. Dopo poco dallo scoppio della contestazione davanti al campo di Marco è arrivato anche padre Alex Zanotelli, il quale è entrato nella struttura e ha visitato i migranti accolti al loro interno. «Posso capire che le persone siano assegnate a queste strutture per qualche mese dopo il loro arrivo, ma c’è chi vive qui da un anno e mezzo, chi persino da due, e questo non è giusto. Non è questo il modo di trattare le persone» ha commentato il padre comboniano, in Trentino per fare visita ad alcuni parenti.
La protesta dei migranti è completamente rientrata verso mezzogiorno al termine di un confronto fra una loro rappresentanza e i vertici del Cinformi, che hanno raccolto i motivi del disagio. «Se i tempi per la valutazione delle pratiche fossero più brevi riusciremmo a incrementare il turn over» ha spiegato il direttore Pierluigi La Spada, evidenziando poi che «l’obiettivo è passare dalla prima accoglienza alla seconda accoglienza, ma tutto ciò è legato alla disponibilità di alloggi sul territorio».
Mediamente i tempi di attesa per la convocazione e risposta della Commissione statale che valuta le domande di protezione internazionale sono compresi tra i 15 e i 16 mesi, a cui però chi presenta ricorso deve aggiungerne di ulteriori per la valutazione di questa seconda istanza. Inoltre l’organizzazione dell’accoglienza in Trentino prevede che i posti per la seconda accoglienza siano distribuiti in base alla data d’arrivo: chi prima arriva prima ottiene una nuova sistemazione. Tuttavia esistono casi particolari a cui viene data priorità, come nel caso delle famiglie o dei nuclei con bambini. Tutto ciò in qualche misura rallenta il passaggio dalle strutture come quella di Marco a quelle adibite alla seconda fase dell’accoglienza.
«Alleggerire i grandi centri dove risiedono i migranti è un obiettivo primario del progetto trentino di accoglienza ma la presenza di strutture più grandi è difficilmente eliminabile» ha spiegato l’assessore provinciale Luca Zeni. «Il disagio che deriva dal vivere nei container è comprensibile e i tempi dell’iter della domanda di protezione internazionale possono avere conseguenze sul vissuto dei migranti, ma sta agli stessi richiedenti asilo superare il possibile senso di frustrazione cogliendo le molteplici opportunità formative del progetto trentino — continua Zeni — Un approccio propositivo da parte di chi è accolto è requisito fondamentale di un percorso che viene gestito con professionalità e umanità da operatori ai quali voglio rivolgere, soprattutto in questo momento, un sentito ringraziamento».
Secondo l’assessore provinciale, infine, «proprio l’organizzazione efficiente del sistema trentino rende difficile accettare l’idea stessa di una protesta che, pur contenuta nei toni, fatica a risultare comprensibile per la nostra comunità».