Provincia, avanza il rimpasto
Giunta: Civico e Passamani scaldano i motori. Ferrari punta alla vicepresidenza
Mentre continua la corsa alle candidature, si fa strada l’ipotesi sempre più concreta che Piazza Dante debba rimettere mano alla Giunta. Intanto a Roma, Nicoletti spinge per il bis e Dellai presenta il nuovo simbolo della sua Civica Popolare.
Le elezioni politiche TRENTO del marzo prossimo impongono un ritmo veloce. C’è chi corre per riempire le liste, chi per assicurarsi il collegio migliore, chi guarda già oltre. In sordina, ma non troppo. Perché gli scranni che fanno gola non sono solo quelli di Montecitorio, ma anche quelli di Piazza Dante. Due i nomi su tutti, raccontano i ben informati, che pare stiano cercando di farsi largo tra le nebbie del toto-candidature ritagliandosi un posto ad hoc in Provincia, puntando sul rimpasto che, gioco forza, il governatore Rossi sarà costretto a fare. Ovvero: Mattia Civico e Gianpiero Passamani. Entrambi decisi a sedersi in Giunta con, al tempo stesso, una Sara Ferrari pronta a guidarla da vicepresidente (Luca Zeni permettendo, mormorano i più maliziosi). Con la discesa in campo data quasi per certa per il voto nazionale del vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro, Alessandro Olivi (definito «la punta di diamante del Pd trentino») e dell’assessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile, segretario provinciale dell’Upt, Tiziano Mellarini (molto probabilmente nel collegio di Rovereto), infatti, potrebbero liberarsi due posti. Passamani e Civico si guadagnerebbero così «un posto al sole» fino al prossimo ottobre, mettendo in cantiere nuove prospettive anche per il futuro. Scenario che per Passamani potrebbe aprirsi poiché consigliere più votato, mentre per Civico, secondo i ben informati, sarebbe frutto di accordi più recenti (un «indizio» starebbe nella linea morbida tenuta dal consigliere durante la discussione del bilancio). Il salto dell’attuale assessore all’Università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità e cooperazione alla vicepresidenza, invece, servirebbe a «indennizzare» la scarsa presenza di genere in Giunta. E questo, con buona pace di chi rischia di rimane fuori sia dalla corsa nazionale che da quella tutta interna all’Assemblea trentina. Vedasi il caso della consigliera Lucia Maestri. Il suo impegno nella competizione nazionale sembra infatti farsi sempre più flebile a favore della collega di Palazzo Thun Mariachiara Franzoia che potrebbe condividere la sfida elettorale con un’altra donna del Pd trentino: Elisa Filippi (sul proporzionale), sostenutissima dal segretario nazionale Matteo Renzi che ieri, a tarda sera, ha incontrato il segretario Italo Gilmozzi per sciogliere gli ultimi nodi. Tra i temi più complessi, che saranno oggetto anche del coordinamento provinciale di questo pomeriggio: la richiesta, insistente, di un seggio da parte di “Insieme” e il destino del collegio della Valsugana, da sempre inviso al centrosinistra. Collegio che potrebbe andare all’uscente Michele Nicoletti o in cui potrebbe correre Lorenzo Dellai. Dellai che, intanto, ieri ha presentato il nuovo simbolo della sua Civica Popolare. Sfondo fucsia, fiore giallo stilizzato e nome in primo piano del ministro Beatrice Lorenzin. Ma sopratutto, in alto, le cinque anime della lista: Italia dei Valori, Centristi per l’Europa, Italia è Popolare, Ap e Unione per il Trentino di Dellai. «Per la prima volta, in una lista nazionale, c’è il simbolo di un partito territoriale con la sua margherita» — sottolinea l’ex governatore riferendosi alla querelle scoppiata nei giorni scorsi con Francesco Rutelli. «In Trentino — rincara Dellai — non ci siamo mai sciolti, a differenza di quello che è accaduto a livello nazionale, ed è corretto rimarzo, chiamare un’esperienza politica e di governo così importante, segnalando la volontà di ripartire dalle comunità locali». Obiettivo, anche in questo caso, guardare oltre il 4 «per un’esperienza politica autonoma del popolarismo e della cultura cattolico democratica— assicura Dellai — destinata a durare nel tempo».