La Stanza di Dossi
Galleria L’autore di origini trentine è stato a Kassel e Venezia Il presidente Marangoni traccia un bilancio dei primi 15 anni «Eravamo pochi amici, ora abbiamo 5.000 visitatori all’anno» Con 14 mostre è ricco il 2018 del circolo L’artista è tra le star
Le opere appese in questi giorni alle pareti della galleria L’Espace La Stanza di Bolzano fanno parte dell’ultima edizione dell’evento Espace Young 11.11.11.11, nato sei anni fa per promuovere le giovani leve di artisti locali e che alla premiazione dei vincitori del talent nello scorso dicembre ha affollato gli spazi della galleria di pubblico particolarmente giovane.
La mostra farà posto tra poco al primo appuntamento del 2018 che vedrà esposti da martedì i lavori dell’artista bolzanina Lucia Nardelli. Il calendario 2018 prevede da qui a dicembre altre 13 mostre, alcune con artisti di rilevanza internazionale.
Il ritmo è come sempre serrato nella galleria di via Orazio, diventata negli anni un punto di riferimento importante per la promozione culturale, oltre i confini non solo cittadini, ma anche regionali. Pietre miliari dell’attività del Circolo culturale La Stanza, che festeggia quest’anno i quindici anni dalla fondazione nel 2003, restano le grandi mostre allestite nei primi anni a Bolzano e riproposte con successo in varie città europee, da Bruxelles a Budapest o Bratislava.
Pietro Marangoni, presidente dell’associazione «fondata — come spiega lui stesso — da un manipolo di persone di varia umanità, praticamente un gruppo di amici riuniti in una stanza, con l’intento comune di rimediare attraverso la cultura al cosiddetto disagio degli italiani nel Sudtirolo di cui si parlava in quegli anni» ripercorre con orgoglio quei primi passi. Mostre e iniziative che nel frattempo sono diventate parte della memoria storica di Bolzano.
«Volevamo attingere e divulgare la conoscenza di realtà artistiche legate al territorio di Bolzano, di importanza storica ma sconosciute ai più. Così allestimmo la mostra Cläry sullo Jugendstil a Bolzano ai tempi del sindaco Perathoner. E in collaborazione col Museo Civico La donna in rosso, dedicata all’artista di Bolzano attiva nella prima metà del secolo scorso Tullia Soccin, ma soprattutto volta a riscoprire le Biennali d’Arte di Bolzano, ben dieci edizioni che si tennero nel capoluogo tra il 1922 e il 1942, un periodo storico senz’altro controverso, ma ricco di testimonianze artistiche di rilievo.
In quell’occasione furono esposti quadri di artisti come Hans Piffrader, Alfred Stolz o Luigi Bonazza e innumerevoli altri. E ancora la mostra itinerante Dalle Dolomiti all’Etna che metteva a confronto il collezionismo altoatesino con le opere messe a disposizione da un grosso collezionista di Catania».
Parallelamente Pietro Marangoni e il suo circolo curavano quella che Marangoni definisce sorridendo «Heimatkunde per gli italiani», ovvero una sorta di educazione territoriale, per rimediare alla poca attenzione dei cittadini di lingua italiana, anche nati e residenti da più generazioni in Alto Adige, per il territorio. Un modo discreto e attraente di promuovere la conoscenza della storia locale, come con la pubblicazione di un libretto per i bambini,
Zôion, sulle rappresentazioni artistiche di animali nei monumenti della città. Oppure con un volume sulle Coppie Famose di Bolzano e dintorni,
poi adottato come regalo da parte del Comune per le coppie che si sposavano nel municipio di Bolzano.
Dalla storia all’attualità. L’associazione festeggia il traguardo dei 15 anni di attività proponendo tra l’altro due mostre personali di particolare rilevanza artistica, confermandosi come spazio di punta nel quadro delle offerte culturali della città. All’Espace La Stanza sono attesi infatti nel 2018 due artisti germanici di grosso calibro, rispettivamente Kiddy Citny e Ugo Dossi. Del primo, conosciuto come il primo artista che dipinse e dissacrò il Muro di Berlino con le sue esplosive e coloratissime figure pop, vedremo a Bolzano il recente progetto
Welt im Arm, dal forte messaggio pacifista e una performance artistica creata ad hoc per l’Espace e la città.
Il secondo vanta origini trentine ed è conosciuto a livello internazionale per la sua partecipazione sia alla Biennale di Venezia che a ripetute edizioni della Dokumenta di Kassel. A Bolzano Ugo Dossi esporrà la sua ultimissima installazione ispirata al mondo dei Tarocchi, dove si intrecciano la simbologia esoterica e le geometrie ipnotiche che fanno parte della ricerca formale dell’autore. Tra le altre mostre in programma dedicate invece ad artisti e protagonisti per lo più locali, merita una menzione quella fotografica dedicata a Lucio Rosa, fotografo e cineasta bolzanino che ha firmato tra l’altro molti dei video sui viaggi didattici di Piero Angela.
Ma l’attività del circolo non si limita alle arti figurative, gli spazi della galleria ospiteranno anche quest’anno gli incontri raggruppati sotto il nome Il mondo in una stanza Sguardi verso nuove pagine,
un ciclo di conferenze curate da Adel Jabbar che danno spazio alle voci dei nuovi cittadini di varia provenienza, arricchite spesso da interventi coreutici e musicali. Il disagio insomma, se è lecito ancora parlarne, non abita qui.
La Stanza è un perimetro aperto e basta un numero, quello raggiunto dei 5.000 visitatori in media all’anno, a confermare la bontà della missione del Circolo, ovvero di rendere la cultura accessibile a tutti.
Apriamo martedì questa stagione con i lavori di Lucia Nardelli