«Arcese, condanna a causa di dati non veri»
Reazione Sbm alla minaccia di trasloco della sede. «Olivi avvii un’inchiesta»
TRENTO Dura reazione di Sbm alle minacce di «fuga» del Trentino del quartier generale di Arcese, dopo la sentenza del tribunale di Rovereto che ha condannato la multinazionale dell’autotrasporto a risarcire 49 autisti licenziati con 20 mensilità.
Contro Arcese Flammini dice: «Comodo parlare così dopo aver usufruito di ogni finanziamento pubblico possibile». «La realtà è che l’impresa di autotrasporti è stata condannata perché, nell’ambito della ennesima procedura di mobilità del personale avviata nel dicembre 2014, ha fornito dati non veritieri». «In un altro Paese, sarebbero state aperte indagini sui conti e sul patrimonio della società» e infine «vada pure Arcese, nessuno lo trattiene, ma lasci tutti i soldi pubblici che ha ottenuto da questa provincia».
Verso il vicepresidente Olivi dice: «Legga attentamente la sentenza e avvii un’inchiesta per accertare irregolarità sull’impiego del denaro pubblico di cui è custode». Perché il giudice ha accertato come, per ridurre personale, la ditta «abbia fornito alla controparte sindacale una rappresentazione palesemente infedele nella sua effettiva situazione aziendale». Infine ce n’è anche per il sindacalista Fit Cisl Giorlando, «che dovrebbe recitare il mea culpa, dato che ha firmato l’accordo sui licenziamenti».