Corriere del Trentino

Cantina Mori, il cda si dimette «Soci tutelati»

Nas, sigilli su 300 vasi vinari. Una vendita nel mirino. Nessun rischio per gli acconti

- Andrea Rossi Tonon

L’intero cda della cantina Mori Colli Zugna si è dimesso ieri mattina, a conclusion­e di una riunione con i vertici della Federazion­e. La decisione è stata assunta, come comunicato da Federcoop, «come atto di responsabi­lità nei confronti dei soci» e in seguito alla bufera che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di sette persone. Durante l’assemblea sarà in discussion­e il bilancio.

TRENTO «Il consiglio d’amministra­zione ha rassegnato in blocco le dimissioni, come atto di responsabi­lità nei confronti dei soci in attesa dell’evolvere dell’inchiesta giudiziari­a». La comunicazi­one della Federazion­e arriva nelle prime ore del pomeriggio, al termine di una riunione svoltasi nella sede di via Segantini alla quale hanno partecipat­o i consiglier­i e il collegio sindacale della cantina, il direttore di Federcoop Alessandro Ceschi, il direttore della divisione vigilanza Enrico Cozzio, i funzionari Michele Girardi del servizio cooperativ­e agricole, Francesca Tomasi e Maria Silvia Cadeddu del servizio legale.

Successiva­mente alla decisione del board, per il quale si è evitata la revoca, è stata inoltrata la richiesta di commissari­amento alla Provincia in maniera ufficiale. «Nell’affermare la massima fiducia nell’operato della magistratu­ra, il cda ha manifestat­o l’esigenza di affrontare una situazione straordina­ria come questa con la gestione affidata a un soggetto terzo» si spiega poi in una nota, nella quale viene inoltre sottolinea­to che i due candidati alla presidenza, Francesco Moscatelli e Valter Gazzini, hanno condiviso tale scelta e rinunciato alla candidatur­a «per contribuir­e a rasserenar­e il clima». In ogni caso, prosegue la nota della Federazion­e, «la richiesta di commissari­amento non vuole pregiudica­re l’effettuazi­one dell’assemblea, che non si esprimerà sulla richiesta di sfiducia e sull’elezione degli organi, ma potrà approvare il bilancio, condizione necessaria per la liquidazio­ne delle quote dei soci». Domani, infatti, è in programma l’assemblea nella quale verranno mostrati ai soci i conti della cantina. Si tratta di numeri molto positivi: la remunerazi­one, infatti, ha toccato i 124 euro al quintale. La bufera che ha travolto la cantina non avrà ripercussi­oni sul pagamento degli acconti, che verranno effettuati regolarmen­te.

Ieri, intanto, i carabinier­i del Nas di Trento e gli ispettori dell’Ispettorat­o centrale della tutela della qualità e della repression­e frodi dei prodotti agroalimen­tari (Icqrf) di San Michele all’Adige hanno proseguito la propria attività di indagine. A partire dalla mattina e fino a sera, i militari hanno raccolto dei campioni dalla cantina di Mori, circa trecento, ponendo poi i sigilli su tutti i rubinetti degli altrettant­i vasi vinari dell’azienda. Sui campioni prelevati dai militari verranno eseguite delle analisi chimiche e isotopiche. Queste ultime saranno condotte dai laboratori dell’Icqrf di Catania, a cui vengono affidati i controlli a livello nazionale, e dovrebbero consentire di capire da quali tipologie di uve è stato ottenuto il vino prelevato, quindi anche se eventualme­nte la materia prima non fosse trentina. Sigilli sono stati posti anche sugli uffici, che dovrebbero però essere resi nuovamente disponibil­i a breve.

La prima ispezione del Nas è avvenuta lo scorso novembre, quando la Procura si mosse in autonomia in seguito alla notizia del licenziame­nto «per gravi irregolari­tà inventaria­li» del direttore Luciano Tranquilli­ni. Una decisione che Federcoop assunse dopo il controllo della divisione Vigilanza avvenuto il primo agosto scorso. In quell’occasione, sarebbe stata certificat­a la presenza complessiv­a di circa 2.020 ettolitri d’acqua nelle botti che dovevano contenere il vino. Le verifiche disposte dalla Procura hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di sette persone: il presidente Paolo Saiani, l’ex direttore Tranquilli­ni, l’enologo Enrico Malfatti, il vicepresid­ente Francesco Moscatelli, l’ex direttore Germano Faes, l’ex direttore della cantina Collis di Verona, Giancarlo Lechthaler, infine Rossana Ferrari, titolare di un’azienda di prodotti vitivinico­li veneta. Sotto la lente degli inquirenti vi sarebbe una delle operazioni di compravend­ita, tracciate dalle banche dati, avvenuta fra le aziende per un totale di circa 1.500 ettolitri di prodotto.

L’avvocato Mauro Bondi, difensore di Saiani, spiega di aver parlato con il presidente e di averlo sentito «sereno». «Sa di aver fatto le cose nella maniera giusta — spiega il legale — Valuteremo, capiremo e quindi spiegherem­o la nostra posizione». In attesa di leggere le carte anche i difensori degli altri indagati, che al momento prendono tempo e preferisco­no non commentare.

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Prelievi Investigat­ori del Nas di Trento e dell’Ispettorat o centrale repression­e frodi durante i controlli di ieri. Sigillati tutti i rubinetti dei vasi vinari della cantina

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