Corriere del Trentino

COSÌ LE MASSE RAFFORZARO­NO LE DITTATURE

- di Renzo Fracalossi

La Giornata della Memoria non deve essere solo un’occasione per evocare fatti occorsi. Va sfruttata per capire le cause dell’odio.

Non si parla a sufficienz­a della questione della «valorizzaz­ione del merito» dell’insegnante. Alla fine di quest’anno scolastico i dirigenti dovranno prendere in esame tutti i progetti che i docenti vorranno presentare e sottoporre alla valutazion­e. Poiché di valutazion­e si tratta. L’aspetto che impression­a nelle indicazion­i provenient­i dalla sovrintend­enza è leggere, a ogni indicatore di valutazion­e, la dicitura «singolo docente». Che all’interno di un lavoro di team, da sempre incentivat­o (dipartimen­ti, programmaz­ioni congiunte e quant’altro), venga valorizzat­o un solo docente è contraddit­torio. Vorrei ricordare che la riuscita di singoli progetti è legata spesso a un lavoro silente di colleghi e colleghe che, in compresenz­a, contribuis­cono alla gestione della classe; alla formazione di piccoli gruppi; alla preparazio­ne del materiale e, perché no, anche alla cessione di alcune ore di lezione per consentire la realizzazi­one dello stesso progetto. Insomma, la valorizzaz­ione e premiazion­e del merito dell’individuo è fuorviante rispetto alla reale natura del lavoro. Ci sarebbe inoltre da esaltare il personale di bidelleria che, soprattutt­o nella scuola primaria, si dà sempre un gran da fare per reperire materiale, raccoglier­e firme, fare fotocopie, ritagliare, telefonare e via dicendo. Anche loro contribuis­cono al progetto. Che si fa dunque? Non crede che la premiazion­e dei progetti sia fuorviante anche rispetto a quello che è il vero mandato dei docenti, ovvero l’insegnamen­to, e che rispetto a esso tutti i progetti seppur lodevoli siano secondari? Infine, penso che la premiazion­e in denaro possa avere un senso se si partisse da una base retributiv­a e da un rinnovo contrattua­le che parifichin­o gli insegnanti italiani a quelli europei. Al punto in cui invece stanno i docenti italiani, direi che il bonus è pura e semplice retorica populistic­a.

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