Corriere del Trentino

La strada della felicità

- Antonio Marchi, TRENTO

A Valeria Solesin (che ho conosciuto a Sociologia), vittima della barbarie terroristi­ca, dedico questa poesia che mi ha accompagna­to nel mio viaggio in bicicletta fino a Parigi, tratta dal libretto di poesie («Alimento», Edizioni amodali) del mio amico Luigi Bianco Squillace.

«Mi sarebbe piaciuto incontrart­i da viva, io vecchio senza famiglie, io che cerco nel sorriso contagioso, nel comportame­nto civile dei giovani ancora una voglia di vita. Ora tu vivi nelle parole maieutiche dei tuoi meraviglio­si genitori, ora tu vivi negli occhi accesi delle tue illuminate amiche, ora sei una prodigiosa calamita di luce che ha costretto i potenti di ogni credo e pensiero a chinare il capo davanti alla tua bara

Sei una lanterna magica da tenere sempre in mano o sulla nuda pelle da chi sente ancora l’utopia di cambiare il mondo, da chi ascolta l’istinto di accarezzar­e gli ultimi per aiutarli a non arrendersi. Cara Valeria, è difficile essere degni di te ma se in tanti ci proveranno il tuo sogno di una vita più bella e solidale sarà un fiume azzurro vicino alla verità, vicino anche al cuore di chi ti ama, solo ora che vede la tua luce indicare la strada, una strada giusta, una strada senza guerre, odio, invidie, paure. La tua strada giovane e felice».

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