La strada della felicità
A Valeria Solesin (che ho conosciuto a Sociologia), vittima della barbarie terroristica, dedico questa poesia che mi ha accompagnato nel mio viaggio in bicicletta fino a Parigi, tratta dal libretto di poesie («Alimento», Edizioni amodali) del mio amico Luigi Bianco Squillace.
«Mi sarebbe piaciuto incontrarti da viva, io vecchio senza famiglie, io che cerco nel sorriso contagioso, nel comportamento civile dei giovani ancora una voglia di vita. Ora tu vivi nelle parole maieutiche dei tuoi meravigliosi genitori, ora tu vivi negli occhi accesi delle tue illuminate amiche, ora sei una prodigiosa calamita di luce che ha costretto i potenti di ogni credo e pensiero a chinare il capo davanti alla tua bara
Sei una lanterna magica da tenere sempre in mano o sulla nuda pelle da chi sente ancora l’utopia di cambiare il mondo, da chi ascolta l’istinto di accarezzare gli ultimi per aiutarli a non arrendersi. Cara Valeria, è difficile essere degni di te ma se in tanti ci proveranno il tuo sogno di una vita più bella e solidale sarà un fiume azzurro vicino alla verità, vicino anche al cuore di chi ti ama, solo ora che vede la tua luce indicare la strada, una strada giusta, una strada senza guerre, odio, invidie, paure. La tua strada giovane e felice».