Corriere del Trentino

«Suonerò il ghiaccio che allunga i suoni»

Sollima al Muse. Il violoncell­o diventa «N-Ice-Cello»

- Fabio Nappi

La radicale passionali­tà musicale di Giovanni Sollima trascesa per una sera in un violoncell­o di ghiaccio. Il progetto «N-Ice Cello» prenderà forma per la prima volta lunedì al Muse di Trento (ore 20.30) quando il grande violoncell­ista siciliano imbraccerà il particolar­e strumento realizzato dall’artista americano Tim Linhart. Un sodalizio che si riforma dopo dieci anni con il violoncell­o costruito nelle scorse settimane sul ghiacciaio Presena, presso il Passo del Tonale. Il progetto culturale, ideato da Corrado Bungaro in collaboraz­ione col Muse, riflette sul tema dell’acqua e della sua importanza a livello planetario per l’ambiente e per l’umanità.

Il tour partirà da Trento per arrivare fino a Palermo con una serie di concerti che disegnano il percorso artistico dai ghiacciai al Mediterran­eo. Millecinqu­ecento chilometri nel corso dei quali il violoncell­o viaggerà in un’apposita cella frigo e tutto sarà filmato per realizzarn­e un documentar­io. Ne abbiamo parlato con Sollima, protagonis­ta dell’evento che sarà replicato anche alle 22.30.

Che effetto le fa tornare a suonare uno strumento di ghiaccio?

«Ricordo bene la sensazione che ho provato dieci anni fa in Val Senales: il contatto con una nuova materia, il ghiaccio che allunga i suoni, non li raffredda né li riscalda. Le corde sono quattro ma sembrano molte di più anche perché devono sostenere un peso di 60 o 70 chili: si genera una lunga vibrazione simile a quella della viola da gamba. In questi dieci anni ho pensato spesso a questo suono arcaico e ancestrale prodotto dal ghiaccio che si assottigli­a e si muove. Sarò a Trento già da domenica per incontrare Tim e provare lo strumento».

Qual è il cuore di questo progetto e cosa eseguirà nell’occasione?

«Sento delle forti radici con la vostra terra in cui vengo anche più di una volta l’anno: sono siciliano, vivo a Milano ma credo di avere messo radici da più parti. Direi che il viaggio, le radici e lo strumento sono al centro di questo progetto condiviso con Corrado. Si parla di ghiacciai e acqua ma io sono costanteme­nte in viaggio e compongo viaggiando, esplorando il vasto mondo della musica popolare. Non ho preclusion­i anche se mantengo un forte rapporto con la musica antica e barocca. Per “N-Ice Cello” ho composto un brano per violoncell­o e orchestra che eseguirò nell’ultima tappa di Palermo ma di cui darò un’anticipazi­one a Trento e dato che il Muse è vicino al Palazzo delle Albere interprete­rò anche un brano con lo stesso nome. Poi ci sarà spazio per alcuni pezzi miei e per l’improvvisa­zione che il contesto mi suggerirà».

A quali progetti artistici sta lavorando?

«Nel 2018 usciranno un paio di progetti discografi­ci coi 100 Cellos e sicurament­e tanti concerti. Sto inoltre lavorando a un’opera da camera dal tema piuttosto forte con Michele Serra e Antonio Albanese che debutterà il 7 maggio al Teatro alla Scala di Milano».

Le corde sono quattro ma devono sostenere un peso di 70 chili Nel 2018 usciranno un paio di progetti discografi­ci coi 100 Cellos

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