«Suonerò il ghiaccio che allunga i suoni»
Sollima al Muse. Il violoncello diventa «N-Ice-Cello»
La radicale passionalità musicale di Giovanni Sollima trascesa per una sera in un violoncello di ghiaccio. Il progetto «N-Ice Cello» prenderà forma per la prima volta lunedì al Muse di Trento (ore 20.30) quando il grande violoncellista siciliano imbraccerà il particolare strumento realizzato dall’artista americano Tim Linhart. Un sodalizio che si riforma dopo dieci anni con il violoncello costruito nelle scorse settimane sul ghiacciaio Presena, presso il Passo del Tonale. Il progetto culturale, ideato da Corrado Bungaro in collaborazione col Muse, riflette sul tema dell’acqua e della sua importanza a livello planetario per l’ambiente e per l’umanità.
Il tour partirà da Trento per arrivare fino a Palermo con una serie di concerti che disegnano il percorso artistico dai ghiacciai al Mediterraneo. Millecinquecento chilometri nel corso dei quali il violoncello viaggerà in un’apposita cella frigo e tutto sarà filmato per realizzarne un documentario. Ne abbiamo parlato con Sollima, protagonista dell’evento che sarà replicato anche alle 22.30.
Che effetto le fa tornare a suonare uno strumento di ghiaccio?
«Ricordo bene la sensazione che ho provato dieci anni fa in Val Senales: il contatto con una nuova materia, il ghiaccio che allunga i suoni, non li raffredda né li riscalda. Le corde sono quattro ma sembrano molte di più anche perché devono sostenere un peso di 60 o 70 chili: si genera una lunga vibrazione simile a quella della viola da gamba. In questi dieci anni ho pensato spesso a questo suono arcaico e ancestrale prodotto dal ghiaccio che si assottiglia e si muove. Sarò a Trento già da domenica per incontrare Tim e provare lo strumento».
Qual è il cuore di questo progetto e cosa eseguirà nell’occasione?
«Sento delle forti radici con la vostra terra in cui vengo anche più di una volta l’anno: sono siciliano, vivo a Milano ma credo di avere messo radici da più parti. Direi che il viaggio, le radici e lo strumento sono al centro di questo progetto condiviso con Corrado. Si parla di ghiacciai e acqua ma io sono costantemente in viaggio e compongo viaggiando, esplorando il vasto mondo della musica popolare. Non ho preclusioni anche se mantengo un forte rapporto con la musica antica e barocca. Per “N-Ice Cello” ho composto un brano per violoncello e orchestra che eseguirò nell’ultima tappa di Palermo ma di cui darò un’anticipazione a Trento e dato che il Muse è vicino al Palazzo delle Albere interpreterò anche un brano con lo stesso nome. Poi ci sarà spazio per alcuni pezzi miei e per l’improvvisazione che il contesto mi suggerirà».
A quali progetti artistici sta lavorando?
«Nel 2018 usciranno un paio di progetti discografici coi 100 Cellos e sicuramente tanti concerti. Sto inoltre lavorando a un’opera da camera dal tema piuttosto forte con Michele Serra e Antonio Albanese che debutterà il 7 maggio al Teatro alla Scala di Milano».
Le corde sono quattro ma devono sostenere un peso di 70 chili Nel 2018 usciranno un paio di progetti discografici coi 100 Cellos