Corriere del Trentino

Sanità, appalti e mazzette: 7 indagati Le opposizion­i: indecente. Zeni cauto

Gare pilotate e mazzette, nei guai dirigenti e fornitori. Nel mirino le Aziende sanitarie di Trento e Bolzano

- di Dafne Roat

Sono sette le persone indagate a vario titolo dalla Procura di Trento per presunti appalti truccati in ambito sanitario, sia a Trento che a Bolzano. Le opposizion­i attaccano: «Episodi indecenti».

TRENTO La Procura e gli investigat­ori dei carabinier­i del Noe e della squadra mobile della polizia mantengono il massimo riserbo, ma l’inchiesta è destinata a scuotere tutto il sistema sanitario del Trentino e dell’Alto Adige e richiama alla memoria tempi passati. Parliamo di tangenti, mazzette e appalti pilotati nel settore della sanità. Forniture di presidi sanitari, arredi per gli ospedali, ma anche attrezzatu­ra e lavori di manutenzio­ne che sono finite sotto la lente della magistratu­ra trentina. Estraneo totalmente alle indagini, invece, il Polo sanitario trentino.

Il sospetto della pm Alessandra Liverani e del collega Carmine Russo, che hanno aperto un fascicolo d’indagine, è quello che le gare siano state truccate. In alcuni casi il bando sarebbe stato confeziona­to ad hoc per favorire l’uno o l’altro fornitore. Parliamo di decine di appalti su cui la magistratu­ra vuole fare chiarezza, in alcuni casi si tratta di piccoli appalti per i quali si dovrà capire se si è di fronte a semplici irregolari­tà amministra­tive oppure se si tratta di reato, in altri casi di appalti molto più importanti, sui quali però sarebbero stati contestati reati minori. Ma c’è di più: la Procura di Trento sta indagando anche su un passaggio di denaro, il pagamento di una mazzetta.

Nel registro degli indagati al momento sono stati iscritti sette nomi, dirigenti sanitari, sia dell’Azienda sanitaria di Trento che di quella di Bolzano, e fornitori. La Procura ha aperto un fascicolo per reati che vanno dalla turbativa d’asta, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, rivelazion­e di segreti, ma per alcuni è stato contestato anche il reato associativ­o. Gli investigat­ori con l’aiuto anche delle intercetta­zioni telefonich­e hanno documentat­o le presunte irregolari­tà, ma i contorni dell’indagine sono ancora poco chiari, la Procura ha infatti secretato gli atti e le informazio­ni che trapelano sono risicate. La sensazione è che siano di fronte a posizioni diverse tra di loro. L’inchiesta probabilme­nte è partita da due filoni di indagine differenti, uno dei carabinier­i del nucleo operativo ecologico e un secondo della squadra mobile di Trento, poi uniti in un solo fascicolo che ha portato gli investigat­ori anche a Bolzano. Secondo alcune indiscrezi­oni l’episodio più grave sul quale sta cercando di far luce la magistratu­ra sarebbe accaduto proprio in Alto Adige.

Nei giorni scorsi sono scattate numerose perquisizi­oni in uffici dell’Azienda sanitaria e a casa degli indagati. L’indagine, iniziata quasi un anno fa, è ancora in corso e quindi la prudenza è d’obbligo. Ispezioni, dunque, sia a Trento che a Bolzano: nel capoluogo altoatesin­o agenti della squadra Mobile e dei carabinier­i si sono presentati in alcuni uffici dell’azienda sanitaria, raccoglien­do informazio­ni e, pare, concentran­dosi su del materiale informatic­o. Il riserbo degli inquirenti, però, è massimo e anche per il «filone» altoatesin­o non è ancora chiaro in quali uffici esattament­e si siano concentrat­e le ispezioni degli investigat­ori.

2 i pm titolari del fascicolo, Alessandra Liverani e Carmine Russo 4 i principali capi d’imputazion­e contestati a vario titolo ai 7 indagati

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Sotto la lente La sede dell’Azienda sanitaria
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Indagini Il palazzo di giustizia di Trento

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