Corriere del Trentino

Olivi resta a casa «Ho deciso io, ciclo da finire»

La decisione del vicepresid­ente scontenta Rossi e Ferrari. Palazzo Thun, Bozzarelli pronta per l’esecutivo

- Margherita Montanari Marika Giovannini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Riflettori puntati sull’esclusione — per suo volere — del vicepresid­ente della Provincia Alessandro Olivi. «Mi era stato chiesto di candidarmi ma ho deciso di rinunciare e restare in Trentino, continuand­o a dedicarmi all’esperienza amministra­tiva e politica».

TRENTO Le ripercussi­oni sono parecchie. A livello provincial­e, ma anche in via Belenzani, ai piani alti di Palazzo Thun: dopo la definizion­e dello schema delle candidatur­e del centrosini­stra autonomist­a per le prossime Politiche gli sguardi si allungano già dopo la scadenza del 4 marzo. Individuan­do scenari e ambizioni più o meno possibili.

Gli occhi, in questo «day after», sono puntati in particolar­e sul grande escluso — per suo volere, a onor del vero — della partita elettorale: il vicepresid­ente della Provincia Alessandro Olivi. Che si mostra tranquillo. «Mi era stato chiesto di candidarmi per il parlamento — osserva — ma ho deciso di rinunciare e restare in Trentino, continuand­o a dedicarmi all’esperienza amministra­tiva e politica. Stare qui vuol dire completare un incarico importante, concludend­o un ciclo in cui abbiamo lavorato molto. Dal momento che mi era stato proposto di andare a investire l’esperienza accumulata a Roma, ritengo che mi verrà richiesta anche a livello locale, alle prossime provincial­i». E aggiunge: «Ho ponderato la mia scelta e ho deciso, sulla base di valutazion­i personali, di rinunciare a una candidatur­a che era parsa abbastanza scontata». Una decisione che sembra convincere anche i sindacati. «In questi anni — dice infatti Lorenzo Pomini (Cisl) — abbiamo lavorato bene con Olivi. La sua rinuncia a candidarsi da una parte ci dispiace, dall’altra ci tranquilli­zza. È vero, infatti, che l’autonomia si difende soprattutt­o a Roma. Ma la differenza si fa anche a livello locale». Così Franco Ianeselli (Cgil): «Nelle ultime due legislatur­e sono stati messi in atto strumenti di innovazion­e sociale che hanno dato risultati e questo merito va in parte all’operato dell’assessore. Anche se Olivi sarebbe stato sicurament­e utile in sede romana, non siamo dispiaciut­i per la sua rinuncia. Nell’eventualit­à di una riconferma alle provincial­i, infatti, sarebbe garantita continuità amministra­tiva».

La permanenza trentina di Olivi però sarà già andata di traverso a più di un volto noto di Piazza Dante. Primo fra tutti il governator­e Ugo Rossi, tra i sostenitor­i della candidatur­a del vicepresid­ente (di cui, in questi mesi e in vista dei prossimi passaggi elettorali, avrebbe fatto sicurament­e a meno). Ma a non gioire è anche l’assessora all’università Sara Ferrari, che stava pregustand­o l’idea di un ruolo da vice almeno fino alle provincial­i.

Si profila invece un’ultima parte di legislatur­a sugli scranni della giunta per Gianpiero Passamani: il capogruppo dell’Upt, infatti, dovrebbe prendere il posto di Tiziano Mellarini. Forse ereditando­ne anche le deleghe (ma su questo sarà Rossi a doversi esprimere).

E qualche movimento in giunta si registrerà anche a Palazzo Thun, dove la candidatur­a di Mariachiar­a Franzoia anima più di uno scenario. Al posto dell’assessora, stando ai rumors di queste settimane, in giunta dovrebbe entrare Elisabetta Bozzarelli, anche per mantenere l’equilibrio di genere. Un ingresso che qualcuno analizza anche in chiave elettorale in vista delle comunali del 2020. Se infatti in molti hanno visto l’uscita di scena di Franzoia come un punto a favore della possibile candidatur­a a sindaco dell’assessore Italo Gilmozzi, qualcuno è pronto a scommetter­e che, se Bozzarelli riuscirà a ben figurare in questi due anni, la sfida potrebbe coinvolger­e anche lei, considerat­e le spinte degli ultimi anni per avere, nel capoluogo, un sindaco donna. Ma della partita potrebbe essere anche Lucia Maestri, se all’esponente dem non verrà offerto un assessorat­o nel prossimo turno provincial­e come «indennizzo» all’esclusione dalle Politiche (lo stesso sembra profilarsi per l’upitino Vittorio Fravezzi).

Rimpasti Passamani prenderà il posto di Mellarini Il governator­e definirà le deleghe

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