Aggredisce e sfregia la compagna Arrestato dopo una notte di ricerche
Tentato omicidio: fermato un quarantenne. Notte di ricerche. Ferite inferte con il taglierino
Ferisce con infiniti fendenti la compagna di 45 anni. I vicini, hanno impedito che l’aggressione sfociasse in femminicidio. L’assalitore Chokri Bouroga, 41 anni, dopo una notte di ricerche, è stato sottoposto a fermo per tentato omicidio e lesioni gravissime e, quindi, condotto in carcere.
TRENTO «Ti ammazzo». Il taglierino in pugno, gli occhi pieni di rabbia. Un’ira cieca, folle. Poi le urla che sono riecheggiate nell’appartamento. E quella lama usata con rabbia e violenza contro il volto, le mani, il collo.
Voleva uccidere Chokri Bouroga. Già altre volte aveva perso le staffe, l’aveva picchiata, in passato pare ci siano stati altri episodi di maltrattamenti, ma domenica sera la situazione è degenerata. Lui è tornato dalla compagna e questa volta, probabilmente, con un’idea fissa nella testa: fargliela pagare. Perché lei non lo voleva più, non aveva retto alla violenza, a quel mondo difficile di cui l’uomo fa parte, e aveva detto basta. Lo aveva allontanato e lui non riusciva a darsi pace. Carico di rabbia domenica sera si è presentato a casa della compagna e l’ha convinta ad aprire la porta. Una volta entrato nell’appartamento si sarebbe scagliato contro la donna impugnando un taglierino e minacciandola. Poi si sarebbe avventato su di lei tentando di ferirla sul collo. Le ha sfregiato entrambe le guance, le ha colpito anche un orecchio. Ha continuato ad avventarsi sulla donna con rabbia, lei ha cercato di ripararsi dai fendenti con le braccia, sfregiate dai colpi di lametta. Infine l’uomo avrebbe preso una bottiglia e dopo averla rotta ha raccolto i cocci dal pavimento e ha tentato di colpirla anche con i pezzi di vetro.
La furia dell’uomo si è arrestata solo quando sono accorsi i vicini. È stata la figlia della donna, di soli 10 anni, svegliata dalle urla della madre, a correre in lacrime dai vicini per chiedere aiuto.
Erano le 23.30 quando è arrivata la chiamata d’allarme. In pochi minuti una pattuglia della volante della polizia è arrivata nella casa di via Marighetto dove abita la donna, 45 anni, di origini tunisine, ma da anni in Trentino. Il volto pieno di sangue, negli occhi la paura e il dolore. I sanitari del 118 hanno trasportato d’urgenza la donna in ospedale dove è stata medicata, la prognosi è di 30 giorni, ma i segni della violenza bruta del compagno le resteranno per sempre impressi sul volto. Le ricerche da parte delle volanti della polizia sono proseguite per tutta la notte. Gli agenti in poche ore sono riusciti a stringere il cerchio attorno all’uomo che è stato bloccato ieri mattina verso le 8, nascosto in una cantina. Aveva ancora addosso i vestiti pieni di sangue. L’uomo, 41 anni, tunisino, clandestino, era già conosciuto alle forze di polizia perché vicino ad ambienti della droga, non era riuscito mai a trovare un lavoro e forse per questo la donna, che lo aveva spostato con rito musulmano, ma il matrimonio non era stato mai riconosciuto in Italia, non ha retto a quella vita e ha deciso di lasciarlo. Domenica il triste epilogo di una storia d’amore difficile, scandita dalla violenza. La donna ieri pomeriggio era tornata a casa. «È sotto choc, ed è affidata alle cure del medico» spiega una cugina della donna, ancora scossa. Nel frattempo l’uomo, che è stato sottoposto a un fermo di polizia giudiziaria per tentato omicidio e lesioni personali gravissime, è stato portato in carcere. Oggi il pm Davide Ognibene chiederà la conferma del fermo e potrebbe decidere di contestare anche l’aggravante prevista per lo sfregio sul volto.