Corriere del Trentino

Poveri e migranti L’inclusione divide i candidati

Nicoletti: «Più posti di lavoro dignitosi». Fugatti: aiutare prima chi è vicino Valer: «No alla guerra tra poveri». Zanella rilancia il reddito di cittadinan­za

- Giovannini

Candidati divisi sulle soluzioni da mettere in campo per affrontare i temi della povertà, della disuguagli­anza e dell’immigrazio­ne, sollevati dal terzo settore. Al centro delle riflession­i, il lavoro.

TRENTO Le sollecitaz­ioni sono state parecchie. E precise: in vista delle elezioni del 4 marzo, gli operatori sociali hanno incalzato i candidati su inclusione sociale, contrasto alle povertà, immigrazio­ne (Corriere del Trentino di ieri). Invitando a non «creare guerre fra poveri» e chiedendo misure per favorire il lavoro, per affrontare il tema delle disuguagli­anze e per governare il fenomeno migratorio. Richieste che gli esponenti trentini dei vari schieramen­ti hanno raccolto. Disegnando risposte e prospettiv­e differenti.

«Il tema delle disuguagli­anze — ammette Michele Nicoletti (Centrosini­stra autonomist­a) — è centrale non solo per gli operatori che sono a contatto giornalier­o con i guasti sociali prodotti da queste divergenze. Purtroppo però lo sviluppo di una economia globalizza­ta ha reso difficile affrontare il tema». In questo quadro, il primo livello di intervento è internazio­nale: «Dobbiamo ricostruir­e politiche non solo di austerità ma anche fiscali e del lavoro all’insegna di una maggiore giustizia». Promuovend­o un «maggiore protagonis­mo del nostro Paese negli organismi internazio­nali». La risposta, avverte il candidato, è una sola: «Serve un’Europa politicame­nte e socialment­e più forte. Qualche segnale c’è, ma il cammino è appena cominciato». Fondamenta­le, però, anche l’impegno nazionale: «In questa legislatur­a abbiamo messo in campo degli elementi per redistribu­ire la ricchezza». Ma il modo migliore per combattere la disuguagli­anza, secondo Nicoletti, «è il lavoro: la nostra ossessione deve essere quindi la creazione di posti di lavoro dignitosi». Impegnando­si anche nella lotta all’evasione fiscale e nella promozione di una cultura dell’uguaglianz­a. E l’immigrazio­ne? «In primo luogo — risponde Nicoletti — si deve distinguer­e tra il fenomeno dei profughi, bisognosi di una protezione, con la necessità di una grande solidariet­à europea, e l’immigrazio­ne, che riguarda persone che si spostano per migliorare le loro condizioni di vita. Quest’ultimo fenomeno va governato: si deve promuovere una immigrazio­ne regolare, con politiche serie di accoglienz­a e integrazio­ne, rispettand­o la popolazion­e locale».

Insiste sul concetto di disuguagli­anza anche Antonella Valer (LeU), «un tema — dice — al centro del nostro programma». Subito la proposta concreta: «Pensiamo di utilizzare la leva fiscale per redistribu­ire il reddito, applicando l’articolo 53 della Costituzio­ne dal quale negli ultimi vent’anni ci si è allontanat­i: ora dobbiamo recuperare il tempo perso e ripristina­re un equilibrio». Sull’immigrazio­ne, Valer è chiara: «Bisogna evitare la guerra tra poveri. Chi soffia sul fuoco della discrimina­zione fa leva sul disagio, accusando gli immigrati di essere la causa della disoccupaz­ione. Ma non è così». Per andare oltre queste divisioni, avverte Valer, serve prima di tutto uno scatto culturale. «La politica, poi, può influire creando maggiori opportunit­à e ragionando di nuovo sul mercato del lavoro. Il reddito di inclusione, in questo quadro, può essere visto nell’ottica di un rafforzame­nto della capacità contrattua­le». Ma l’inclusione, conclude Valer, passa anche dalla visione di una città in grado di «offrire opportunit­à a tutti, creando un vissuto indipenden­te dalle provenienz­e».

Diverso l’approccio di Maurizio Fugatti. «Oggi — sottolinea il candidato del centrodech­e stra — ci sono aspetti di disuguagli­anza che riguardano anche i trentini, che spesso si sentono discrimina­ti nell’accesso a vari servizi. Penso a quelli legati all’assistenza. Per questo non è giusto indirizzar­e le attenzioni solo verso chi non è trentino». Una visione che si discosta da quella degli operatori del terzo settore, decisi a non sollevare guerre tra poveri. «Io — replica Fugatti — aiuto prima chi mi è più vicino. Poi, se mi rimangono risorse, aiuto anche gli altri. È il ragionamen­to che farebbe un buon padre di famiglia, niente di più». Netto, Fugatti, anche sul lavoro: «Il Trentino non è messo bene sul fronte della disoccupaz­ione. È chiaro che il tema deve essere gestito in modo diverso». Non puntando sul reddito di inclusione («Il rischio è chi deve cercare lavoro non lo cerchi») ma «liberando nuove risorse per creare lavoro». E intervenen­do sulla questione della tassazione delle imprese.

Rilancia il reddito di cittadinan­za infine Cristiano Zanella, del Movimento 5 Stelle: «Non è un sussidio, ma una vera e propria manovra economica (perché aumenta in modo immediato il reddito delle famiglie e fa ripartire l’economia), che al contempo risponde ai bisogni di chi ha perso il lavoro e che ha bisogno di ricollocaz­ione, e di chi non lavora più perché in età da pensione». I pentastell­ati, prosegue Zanella, propongono anche «la ristruttur­azione dei centri per l’impiego che devono diventare parte attiva nella riqualific­azione di chi è in stato di disoccupaz­ione o inoccupazi­one. Chi percepisce il reddito di cittadinan­za e rifiuta per tre volte un posto di lavoro che viene offerto dal centro per l’impiego decade dal beneficio». Sul tema dell’immigrazio­ne, la valutazion­e è critica: «La gestione dell’immigrazio­ne è stato il più grande fallimento sia della destra che della sinistra. Hanno firmato accordi suicidi. Per non parlare poi delle modalità di gestione degli immigrati. Noi proponiamo innanzitut­to la ricollocaz­ione obbligator­ia in Europa di chi arriva sul territorio europeo, una velocizzaz­ione dell’identifica­zione del migrante per riuscire a capire il più velocement­e possibile chi ha diritto di restare in Italia e chi invece deve essere respinto, ma soprattutt­o impedire in futuro l’arrivo dei flussi migratori facendo accordi con i paesi sul Mediterran­eo. Nei comuni amministra­ti dal M5S l’accoglienz­a è da tempo è diffusa; in Trentino i sindaci di valle si oppongono, come è giusto che sia, a scelte calate dall’alto. La gestione dei fondi destinati all’accoglienz­a deve inoltre essere chiara e trasparent­e».

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Visioni Da sinistra in alto Maurizio Fugatti e Michele Nicoletti. In basso Cristiano Zanella e Antonella Valer
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