Corriere del Trentino

«Nel 2013 votai Pd Solo nel Movimento ho visto una svolta»

- Tristano Scarpetta

TRENTO Cinzia Bonatti è la candidata scelta dal Movimento 5 Stelle per il collegio senatorial­e di Rovereto.

Lei si dice sostenitri­ce della democrazia partecipat­iva, però alle parlamenta­rie non ha partecipat­o.

«La cosa eccezional­e che ha fatto il Movimento è stata estendere il concetto di democrazia partecipat­iva anche a chi sempliceme­nte inviava il proprio curriculum profession­ale. Posso assicurare un grande rigore: mi è stato chiesto di farmi rilasciare dal Tribunale la documentaz­ione che attestasse il fatto che non avevo avuto problemi con la giustizia in passato».

La sua candidatur­a ha sollevato aspre polemiche in un Movimento, quello trentino, ad oggi quasi immune. I militanti di Rovereto hanno lamentato di non conoscerla nemmeno. Il consiglier­e Paolo Vergnano, già candidato sindaco, si è autosospes­o, potrebbe essere espulso. L’ha sorpresa la polemica?

«All’inizio sì. Nemmeno ci conoscevam­o e già c’era del livore nei miei confronti. Poi ho capito che qualcuno coltivava delle legittime aspettativ­e di candidatur­a che io ho di fatto impedito. Posso capire i mal di pancia, ma mi è incomprens­ibile come il privilegio di essere candidati possa essere anteposto al supporto al Movimento. Personalme­nte non sopporto l’individual­ismo all’interno del Movimento».

Dal suo curriculum emerge che si è occupata molto di qualità della vita all’interno dei luoghi di lavoro.

«Come cittadina mi sono occupata molto anche di innovazion­e sociale, ad esempio della qualità della vita nell’abitare. Con altri sociologi ci occupiamo dell’abitare collaborat­ivo, della nascita di comunità intenziona­li».

Potrebbe spiegare questo concetto ai non addetti ai lavori?

«Oggi si privilegia l’abitazione all’abitare. Si sceglie un appartamen­to e poi ci si rintana dentro, magari senza rapporti con i vicini che sono toccati in sorte e con cui magari non si condivide nulla. L’idea è invece quella di partire dalle persone con le quali si vuole condivider­e l’abitare per poi cercare l’abitazione. Abbiamo già sensibiliz­zato diversi Comuni del Trentino, con quello di Trento abbiamo scritto una delibera sul cohousing».

Lei si candida a rappresent­are la nazione, ma anche il suo collegio. Quali le priorità?

«Sono a disposizio­ne di tutti i cittadini e di tutti gli stakeholde­r del territorio per capire quali punti fondamenta­li introdurre nell’agenda per il Parlamento».

Perché ha scelto il Movimento?

«Alle scorse politiche ho votato Pd. Pur avendo visto anche iniziative qualifican­ti, non ho visto quella svolta nella qualità della politica e nei valori che invece ho colto nel Movimento: senza bisogno di leggi, si sono imposti da soli la rinuncia ai privilegi. Li sto conoscendo e sono persone straordina­rie».

Lei è stata elettrice di partiti tradiziona­li. Cosa ne pensa del fatto che il Movimento rifiuti le alleanze?

«È una delle cose che ho più apprezzato. Sanno che per realizzare il proprio programma senza compromess­i occorrono i numeri, la maggioranz­a, e puntano a quel risultato. Se la maggioranz­a non ci dovesse essere, Di Maio potrebbe comunque ricevere l’incarico e, in quel caso, si potranno trovare delle intese».

Il sistema italiano, però, non prevede governi di minoranza.

«Una cosa è trovare delle intese sul programma, un’altra è accettare compromess­i».

Sono a disposizio­ne di tutti i cittadini del territorio per capire quali punti fondamenta­li introdurre nell’agenda per il Parlamento

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