Corriere del Trentino

«Grandi investimen­ti in piccole opere Al centro l’ambiente»

- T. Sc.

TRENTO Ezio Viglietti, classe 1948 di Dro, è il candidato che Liberi e Uguali schiera sul Senato a Rovereto. Viene dal Pd da cui è stato espulso e riammesso per poi andarsene sua sponte e aderire a Possibile.

Perché Leu e perché votare per voi?

«Ho seguito tutto il processo della nascita di Leu. Personalme­nte ho lasciato il Pd quando mi sono reso conto che in quel partito non c’era più nulla di sinistra. Da questa presa d’atto è partito un processo di creazione di una forza politica di sinistra, Liberi e Uguali, che si compone di tre partiti: Possibile, Si e Mdp. Votare per noi significa votare una forza alternativ­a al Pd».

Non teme che questa contrappos­izione, Pd renziano da un lato e antirenzia­ni dall’altro, finirà per avere uno sbocco autolesion­ista?

«Per evitarlo, noi non faremo una campagna elettorale contro il Pd ma per le nostre proposte. L’abolizione dell’articolo 18, il Jobs Act, la Buona scuola, lo Sblocca Italia e, da ultimo, una legge elettorale fatta in previsione dell’alleanza con Fi non sono certo provvedime­nti di sinistra. Noi garantiamo questa rappresent­anza».

Proviamo allora a passare alle proposte. Quali quelle per lei centrali?

«Il problema centrale in Italia è il lavoro. Un modo per risolverlo è quello di fare massicci investimen­ti. Due, a mio giudizio, i settori prioritari: la green economy e la tutela del territorio. Paesi come la Germania, che hanno investito più di noi nelle energie alternativ­e, dimostrano che un investimen­to in quel settore genera posti di lavoro veri, stabili. Ci sono poi una miriade di interventi da fare: dall’adeguament­o sismico delle scuole al contrasto del dissesto idrogeolog­ico che, in Italia, rappresent­a un problema enorme. Noi quindi non pensiamo sia utile puntare sulle grandi opere, quanto su molte piccole opere in grado di creare posti di lavoro e migliorare il Paese. L’altro fronte, ovviamente, è il contrasto del precariato giovanile: con 500 euro al mese non si progetta una vita».

Lei si candida a rappresent­are la nazione, ma anche il suo collegio. Quali le priorità?

«Le questioni locali e nazionali si intreccian­o. Sono consiglier­e della Comunità dell’Alto Garda e da anni mi occupo di questioni ambientali. Credo che la tutela del paesaggio e dell’ambiente sia una priorità dell’industria turistica, un settore importante dell’economia nazionale. Anche il manifattur­iero va riconverti­to. Noi nell’Alto Garda abbiamo l’esempio positivo di Aquafil. Bisogna convertire le produzioni da lineari a circolari. A livello provincial­e sono membro del comitato che ha spinto per l’adozione di una legge sulla mobilità sostenibil­e che è oggi un unicum nazionale, ma che domani potrebbe

Ho lasciato i dem quando mi sono reso conto che non c’era più nulla di sinistra Noi vogliamo offrire questa rappresent­a nza

diventare una legge nazionale».

In quel comitato c’erano anche esponenti del M5s.

«Ho ottimi rapporti con molti di loro. Sono un movimento di rottura e hanno il merito di aver denunciato il basso livello raggiunto dalla politica italiana. La nostra posizione, però, è assai diversa. Su una questione chiave come l’Europa, ad esempio».

Prima ha parlato di giovani, ma l’età media dei vostri candidati è forse la più alta. Perché?

«È vero, la maggior parte di noi ha una certa età, ma non è stata una scelta: abbiamo avuto tempi strettissi­mi per l’elaborazio­ne delle candidatur­e e ci è mancato materialme­nte il tempo per estendere la selezione alle realtà giovanili».

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