«Arancia meccanica», i capi della banda patteggiano
Rapine e furti: un anno e dieci mesi a Pablo Bertò. Il giovane confessa anche altri colpi
TRENTO Violenti e spregiudicati. Per rubare i cellulari alle loro vittime le aggredivano alle spalle, bloccandole e tramortendole. Poi c’erano i furti, esercizi commerciali e abitazioni scelti con cura. Al termine dei colpi si lasciavano alle spalle danni ingenti e bottini, talvolta cospicui. Un modus operandi violento che aveva richiamato alla memoria scene del film «Arancia Meccanica» che ha ispirato il nome dell’operazione.
I «drughi», protagonisti di spaccate e rapine, dopo aver seminato violenza e paura, a giugno erano stati arrestati in un’operazione congiunta dai carabinieri di Cavalese, Trento e Borgo. E ora è arrivato il conto della giustizia. Alcuni di loro hanno deciso di patteggiare, tra questi anche il presunto capo, Pablo Bertò, trentino di 22 anni, che ieri ha patteggiato davanti al giudice Francesco Forlenza un anno e dieci mesi per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine e furti. Ha ammesso tutto Pablo e pare abbia anche confessato altri episodi su cui ora il pm Davide Ognibene, titolare del fascicolo d’indagine, aprirà un procedimento a parte. Stesso accordo tra difesa e accusa, ratificato ieri dal gup in udienza preliminare, è stato raggiunto per Toader Dodu Titi, romeno di 19 anni e per Abdelali Rehhaline, considerato uno dei componenti di spicco della banda.
Altri due hanno invece chiesto il rito abbreviato, si tratta di David Longo, palermitano di 20 anni, Messaudi e il ventiduenne Youssef Rehhaline, fratello di Abdelali. Si difenderanno nella prossima udienza preliminare fissata per il prossimo 13 febbraio anche altri quattro giovani che erano stati coinvolti nell’operazione dei carabinieri, ma erano stati solo denunciati.
Sembra aver già trovato un accordo con la Procura — che dovrò poi essere ratificato dal giudice — l’altro trentino arrestato a giugno, Arton Iseni, 23 anni, ritenuto un componente attivo della banda di rapinatori. Il gruppo di «drughi» era stato incastrato anche da alcuni filmati delle telecamere di sorveglianza. Alla banda sono state contestate sei rapine, tredici furti e due colpi tentati.