UN LABIRINTO SOFFOCANTE
Con l’arrivo del responsabile unico dell’iter burocratico, il Comune di Trento tenta di porre rimedio a una situazione di endemico ritardo nella gestione delle pratiche edilizie. I rallentamenti finora accumulati hanno delineato un sistema che si è configurato come un meccanismo infernale che spesso stritola e opprime i cittadini.
Nonostante una buona legge urbanistica e un rinnovato regolamento urbanistico edilizio che mira alla semplificazione — attorno al quale l’assessore Daldoss ha promesso ulteriori accorgimenti in accordo con gli Ordini professionali — non si sono visti finora segni tangibili di un miglioramento nei tempi d’esame delle pratiche. Il combinato disposto di una miriade di leggi e regolamenti con una macchina burocratica terrorizzata dalla Corte dei conti, e che quindi mira all’autoconservazione, ha portato a una situazione di fatto oppressiva che vede tecnici e cittadini in balia di un Moloch dalla crudeltà sottile e perversa.
Il fondamento di tale oppressione è la mistica del controllo. Il fatto di aver fatto una richiesta all’amministrazione diviene una colpa da giustificare davanti all’apparato burocratico in modo da poter ottenere la concessione che consente di realizzare i progetti messi in cantiere. Tutti sono costretti a una serie innumerevole di adempimenti, e un semplice errore produce conseguenze pesanti. Il risultato finale è un sistema inefficiente, dispendioso, frustrante, dove lo scopo principale dell’accertamento burocratico non è erogare il servizio nel più breve tempo possibile, bensì esercitare una sorta di controllo su cittadini e territorio. Tradotto: far valere la propria autorità con tutto ciò che ne consegue. Un siffatto sistema burocratico è un aggravio per le stesse amministrazioni che devono arginare i numerosi contenziosi.
Non abbiamo quindi bisogno di funzionari che esaminano le pratiche agitando cavilli, ma di persone al servizio dei cittadini. Ogni passo verso la semplificazione è pertanto importante per uscire dall’incubo della «burocraziopoli». Non ci sono più alibi: insieme alla riduzione dei costi della politica, si devono liberare imprese e cittadini dai costi — diretti e indiretti — causati da un apparato ancora troppo soffocante e invasivo. L’obiettivo è uno solo: uscire da un labirinto di lacci e lacciuoli. Di tutto ciò qualcuno dovrebbe occuparsene in questa come nelle prossime campagne elettorali.