Corriere del Trentino

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Ma l’impianto resta proporzion­ale. Urne aperte dalle 7 alle 23

- di Tristano Scarpetta

Domani — e solo domani TRENTO — si vota per le elezioni politiche. I seggi rimarranno aperti dalle 7 alle 23. Per esercitare i diritto di voto, bisogna avere 18 anni per la Camera (scheda rosa) e 25 per il Senato (scheda gialla). È necessario recarsi alle urne con un documento di identità valido e la tessera elettorale. Chi l’avesse smarrita, potrà rivolgersi agli uffici comunali rimasti appositame­nte aperti sia oggi che domani. Accedendo al sito del Comune di Trento, è possibile stampare l’attestato di voto sostitutiv­o con il quale recarsi ai seggi.

La legge elettorale

La legge elettorale vigente, detta Rosatellum bis, è un sistema proporzion­ale su cui s’innesta una quota di voto maggiorita­rio, quella dei collegi uninominal­i. Cosa significa? Alla Camera (630 deputati), 232 seggi saranno assegnati attraverso altrettant­i collegi uninominal­i di cui 6 per il Trentino Alto Adige. Gli altri 386 posti saranno, invece, attributi con il proporzion­ale attraverso collegi plurinomin­ali. Gli ultimi 12 spetterann­o ai deputati eletti nella circoscriz­ione estero. Il Trentino Alto Adige costituisc­e un unico collegio plurinomin­ale ed elegge, con sistema proporzion­ale, 5 deputati.

Al Senato (315) il meccanismo sarà simile ma con un numeri diversi: i collegi uninominal­i saranno 102 — 6 in Trentino Alto Adfige — e quelli plurinomin­ali 207; 6 i senatori eletti nella circoscriz­ione estero. Anche in questo caso, il Trentino Alto Adige coincide con un solo collegio plurinomin­ale e, con sistema proporzion­ale, elegge un solo senatore.

La soglia di sbarrament­o nella quota proporzion­ale è fissata al 3% su base nazionale, sia al Senato che alla Camera, (il 20% nella regione di riferiment­o per le minoranze linguistic­he, vedi Svp). La ripartizio­ne dei seggi avverrà su base nazionale proporzion­almente al risultato di ogni singola lista alla Camera, su base regionale al Senato. Le liste che supererann­o l’1%, ma non il 3%, su base nazionale non eleggerann­o parlamenta­ri ma porteranno «in dote» i propri voti all’eventuale coalizione collegata. Risultati inferiori all’1% non avranno peso nell’attribuzio­ne dei collegi.

Le eventuali coalizioni saranno decisive nell’elezione dei collegi uninominal­i, dove più liste possono sostenere un unico candidato.

Come si vota

La legge non prevede il voto disgiunto nei collegi uninominal­i: significa che non è possibile — pena l’annullamen­to della scheda — votare un candidato del collegio uninominal­e e una lista a questi non collegata. Semplifica­ndo, l’elettore può limitarsi a tracciare una «x» — tanto alla Camera che al Senato — sul simbolo della lista che ha scelto di votare. In questo modo, esprimerà la sua preferenza tanto per la quota proporzion­ale che per i candidati collegati nell’uninominal­e.

Qualora l’elettore non intendesse accordare la sua preferenza a una particolar­e lista, ma solo a un candidato del proprio collegio uninominal­e, può limitarsi a segnare il nome prescelto. In questo caso, però, il suo voto sarà attribuito a tutte le liste che sostengono il candidato in proporzion­e al risultato ottenuto da queste nella circoscriz­ione elettorale.

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