Patto per la casa tra Palazzo Thun e Crosina Sartori Azioni per giovani
TRENTO Si allarga l’intesa tra Comune di Trento e Fondazione Crosina Sartori Cloch sulla politica della casa. E punta a rispondere in particolare ai bisogni abitativi di separati e divorziati con figli, giovani coppie e famiglie con a carico persone invalide. Lo schema di protocollo d’intesa è stato approvato dalla giunta del sindaco Alessandro Andreatta nella seduta di questa settimana. E indica tutte le modifiche rispetto all’accordo precedente. La prima novità riguarda il raggio di azione del futuro protocollo. Che — si legge nella delibera approvata dall’esecutivo — come concordato dal consiglio di amministrazione della fondazione e dall’assessora Mariachiara Franzoia nella riunione di dicembre, verrà esteso anche ai restanti territori della Valle dell’Adige, ossia i Comuni di Aldeno, Cimone e Garniga «al fine di garantire l’ottimizzazione dei bacini di utenza e dei percorsi di accesso da parte degli utenti». Ma il nuovo accordo prevede anche che la fondazione, «al fine di dare un’adeguata e miglior risposta al bisogno abitativo», metta a disposizione dell’amministrazione il 20% degli alloggi resisi liberi a favore di nuclei in situazione di emergenza abitativa (la precedente intesa fermava la percentuale al 10%). Le famiglie, precisa il protocollo, saranno «individuate dalla commissione per la valutazione del bisogno abitativo del Comune». Quattro le categorie che verranno tutelate con particolare attenzione dal nuovo protocollo d’intesa. In primo luogo, le «famiglie con minori a carico o con la presenza di persone con invalidità certificata in condizione di disagio abitativo per motivi di ordine relazionale, sociale ed economico». Quindi le famiglie mononucleari (vale a dire separati, divorziati o non sposati) con minori a carico (o per i quali devono corrispondere gli alimenti) in condizione di disagio abitativo e le giovani coppie e i giovani lavoratori «con necessità abitative». Infine, gli altri nuclei comunque in difficoltà.