Punterò sulla persona
A pochi giorni dal voto, per la prima volta in vita mia, sono davvero in crisi. Non so chi votare. O, meglio, so per chi non votare, ma a chi dare la mia fiducia ancora proprio no. Da una parte, quella dove non voterò, vedo una foga all’apparire in grado di risolvere problemi in maniera poco lucida. Chi urla frasi sconnesse richiamandosi a Costituzione e Vangelo, parlando di «salvaguardare» i valori cristiani, ignorando totalmente che la prima è antifascista e il secondo narra la vita di un certo Gesù, il migrante per antonomasia, che girava dicendo: «Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi»(Vangelo secondo Matteo 25,31-46; ovviamente non Matteo Salvini). Se a destra fanno a gara a parlare alla pancia della gente, tentando di raccattare voti dettati dall’ignoranza di parte del popolo che non si documenta su programmi realizzabili e su proposte indecenti e medioevali, al centro e a sinistra regna la pochezza delle proposte di sviluppo industriale di un Paese, il nostro, che è al palo per politiche del lavoro giovanile e progettualità di piani industriali eco-sostenibili. Anche a sinistra il caos regna sovrano. Ci sono gli
«ambientalisti» che elaborano progetti per un Italia a trazione green, ma si sono alleati con coloro che, durante il mandato appena concluso, hanno decretato costruzioni di inceneritori, hanno promosso le trivellazioni dei mari, hanno messo in atto provvedimenti di tutela degli inquinatori (decreti salva Ilva) a scapito degli interessi primari della salute collettiva. Rimane il «nuovo» che avanza ma che ora devono affrontare il triste ma inequivocabile percorso comune a tutti i movimenti: sono diventati un partito a tutti gli effetti, con pregi e difetti; il partito dovrebbe essere il luogo di sintesi delle istanze da promuovere e questa è la parte positiva; ma è anche il luogo degli affari, dove si incrociano interessi che non sempre sono quelli prioritari
per la collettività. Anche questo ex movimento, ora partito, si trova ad affrontare problemi di mancata lealtà alle regole interne, partecipazioni a logge massoniche (che non sono illegali, per inteso), passati poco trasparenti di persone altrettanto poco limpide. Insomma, italico movimento, italica questione. Una piccola differenza, però, bisogna riconoscerla. In questo movimento-partito li cacciano fuori quando li scoprono. Una sola riflessione mi rimane da fare: valuterò il voto alla persona, cercando uomini o donne che possano ancora rappresentarci in trasparenza e serietà. Sarà forse questa la mia piccola ancora di salvezza.