Parco Adamello, il software della discordia
Indaga la Corte dei conti. Coinvolte 11 persone
Quel software al Parco Adamello Brenta non serviva a nulla. Ne è convinta la Procura contabile che ha contestato l’acquisto effettuato nell’ottobre del 2016.
La magistratura contabile, che nei giorni scorsi ha notificato un invito a dedurre a undici persone, gli ex direttori e i componenti della giunta, contesta un presunto danno erariale di oltre 62.000 euro. Sotto la lente ci sono anche le consulenze effettuate per l’utilizzo del software da parte dell’ente.
TRENTO Quel software, al Parco Adamello Brenta, non servirebbe proprio a nulla. È la tesi della Procura regionale della Corte dei conti, che nei giorni scorsi ha notificato a undici persone un invito a dedurre al termine di un’indagine relativa all’acquisto dello strumento web «YouCubes-Tableau» e di alcune consulenze per il suo utilizzo da parte dell’ente. Il software, sviluppato per la gestione amministrativa di enti pubblici o privati, venne acquistato nell’ottobre del 2016 in seguito a una delibera della giunta esecutiva dell’ente per una spesa di oltre 30.000 euro, comprendente il costo di noleggio annuale di «YouCubes» per dieci licenze, quello per l’acquisto del programma «Tableau» e quello necessario ad attività informatiche. Somma alla quale andrebbe aggiunta una spesa di altri 23.000 euro per ulteriori oneri connessi all’implementazione del sistema informatico.
L’atto in questione è il numero 112 del 3 ottobre, assunto dall’organismo e successivamente formalizzato dal sostituto direttore dell’epoca Massimo Corradi all’impresa fornitrice, un’azienda padovana. Il nodo sarebbe proprio qui. All’epoca l’ingegner Corradi sedeva alla direzione, un incarico assunto il 22 agosto di quell’anno e destinato a concludersi il 31 ottobre, in sostituzione di Silvio Bartolomei, a cui era stato affidato il ruolo dal comitato di gestione del parco ad agosto, subito dopo la scadenza del contratto quinquennale di Roberto Zoanetti. Tuttavia Bartolomei sarebbe stato impossibilitato ad assumere subito l’incarico e avrebbe preso servizio qualche mese più tardi, il 2 novembre. Nel frattempo, però, secondo la ricostruzione della Procura contabile l’azienda padovana avrebbe inviato un’offerta relativa all’implementazione dello strumento il 23 settembre 2016 in seguito a specifiche richieste di Bartolomei, nato e all’epoca anche residente in provincia di Padova, che in quel periodo però risultava impossibilitato ad assumere la direzione dell’ente. L’ipotesi avanzata dalla Procura è quindi che Bartolomei abbia cercato di agevolare la società veneta nell’ottenimento dell’incarico per la fornitura degli strumenti e dei servizi collegati. Una dotazione che, ancora secondo le contestazioni avanzate dalla Procura contabile in seguito alle indagini della guardia di finanza, non sarebbe stata necessaria all’ente. Inoltre a riuscire a utilizzare il software, secondo le testimonianze raccolte dalle Fiamme gialle, sarebbe stato solamente un dipendente del parco, un tecnico con mansioni legate alla parte informatica dell’ente da oltre vent’anni, e quindi eventualmente sarebbe stato sufficiente noleggiare una sola licenza del software. Infine la Procura contesta al direttore, al sostituto e alla giunta esecutiva, di non aver valutato se sul mercato fossero disponibili soluzioni simili ma dal costo inferiore e più adatte alla strumentazione già in possesso del parco. Secondo la valutazione del procuratore regionale sarebbe stato possibile sondare il terreno con Informatica Trentina che, in risposta a specifiche richieste degli inquirenti, ha spiegato di fornire già strumenti simili alla Provincia e ad altri enti pubblici. Per tali ragioni, la Procura contabile contesta un danno erariale di 62.167,72 euro addebitandone il 67% all’ex direttore Bartolomei, il 15% a Corradi e il 2% a ciascuno degli allora componenti della giunta: Joseph Masè, Floro Bressi, Fausto Cattani, Ruben Donati, Matteo Masè, Matteo Motter, Ivano Pezzi, Bruno Simoni e Stefano Zanini.
Questo per quanto riguarda la posizione della Procura. Trattandosi di un invito a dedurre, che è una fase preliminare del procedimento contabile (è doveroso ricordarlo), le undici persone chiamate in causa avranno tutta la possibilità di spiegare le proprie ragioni e illustrare i motivi delle decisioni assunte. Una volta ascoltati, la Procura contabile potrebbe decidere anche di archiviare l’intera vicenda. In alternativa potrebbero essere inviati degli atti di citazione per avviare il relativo procedimento, il cui esito potrebbe essere anche in quel caso un’assoluzione.