Corriere del Trentino

Zeni: sui vaccini abbiamo difeso l’obbligator­ietà

L’assessore Zeni: «La nostra linea è sempre stata chiara. Norma soggetta a interpreta­zioni»

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TRENTO «Sui vaccini la Provincia ha sempre avuto una linea inamovibil­e: abbiamo cercato di spiegare l’efficacia vaccinale con incontri sul territorio e abbiamo sempre sostenuto l’obbligator­ietà». Luca Zeni non risponde direttamen­te alle critiche del presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi sulla decisione di Piazza Dante di rinviare a maggio l’esclusione da scuola dei bambini non vaccinati. Ma, tratteggia­ndo la posizione dell’amministra­zione, di fatto l’assessore alla sanità una risposta la dà. A difesa della scelta trentina.

«Fin dall’inizio — ricorda Zeni — la Provincia si è espressa a favore dell’obbligo per senso di responsabi­lità. Un atteggiame­nto irresponsa­bile da parte delle amministra­zioni sarebbe stato lo scaricabar­ile, perché avrebbe ingenerato il dubbio sulla correttezz­a del provvedime­nto. Noi, in questo senso, abbiamo sempre mantenuto una posizione ferma». Avviando, prosegue l’assessore, «le procedure facilitant­i per i genitori»: «Anche grazie all’aiuto della tecnologia — spiega — siamo riusciti a offrire ai genitori un quadro dettagliat­o rispetto alle vaccinazio­ni dei figli». Di qui la prima verifica, con la «divisione» tra bambini conformi (ossia vaccinati o con la vaccinazio­ne già prenotata) e non conformi. E l’avvio della seconda fase, con la programmaz­ione degli appuntamen­ti di vaccinazio­ne o dei colloqui per i genitori che hanno dichiarato di non voler vaccinare i figli. «I colloqui andranno avanti fino a maggio» conferma l’assessore. Che si concentra quindi sul «nodo dolente»: «Va detto che la legge, in questo punto, è scritta male e si espone, almeno in questa fase transitori­a, a interpreta­zioni e ricorsi: in sostanza, si fissa il 10 marzo come termine per verificare la documentaz­ione». A complicare il quadro, però, ci si è messa una circolare ministeria­le «secondo la quale — sottolinea Zeni — chi prima del termine del 10 marzo ha fatto il colloquio ma non si è vaccinato va sottoposto all’iter di esclusione. Mentre chi farà il colloquio dopo potrà finire l’anno». Una interpreta­zione «forzata», osserva l’assessore. Che torna sui numeri trentini: in sostanza, al 10 marzo gli inadempien­ti in provincia sono 164. «Questo dato — fissa il percorso l’assessore — è stato comunicato al Servizio istruzione, che ha dato applicazio­ne alla legge, avviando dunque il procedimen­to di esclusione dalla scuola. Allineando­lo però per tutti». Vale a dire, l’iter scatterà a maggio, quando la Provincia concluderà tutti i colloqui. «Si tratta — ci tiene a chiarire Zeni — di una questione giuridica, ma anche di equità».

Insomma, la Provincia si dice tranquilla. Con una certezza in più: «Dal prossimo anno chi non è vaccinato non entrerà in classe».

La posizione «L’iter di esclusione partirà a maggio, al termine dei colloqui Una scelta di equità»

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