«Lupo, necessaria più conoscenza»
Il punto sul progetto Wolfalps: 40 esemplari in Trentino. Marucco: conflitto da risolvere
TRENTO Cinque squadre antibracconaggio e otto cani preparati a individuare esche avvelenate, 512 operatori di 43 istituzioni impegnati nel monitoraggio, sei animali feriti o in difficoltà recuperati e curati, sei produttori certificati «wolf friendly» di cui uno sulle alture che sovrastano Ala, centinaia di incontri informativi rivolti al pubblico e a categorie specifiche (allevatori, agricoltori, cacciatori), recinzioni elettrificate, dissuasori acustici e altri sistemi di prevenzione implementati. Sono solo alcuni numeri di «Life Wolfalps», il progetto europeo per la conservazione e la gestione del lupo sulle Alpi che giunge al termine dopo cinque anni e al quale il Muse dedica, a partire da domenica, la «Settimana del lupo».
Il «Rapporto grandi carnivori 2017» presentato la settimana scorsa l’ha certificato: la presenza del lupo nel nostro territorio è ormai stabile, consistente e in evoluzione, anche grazie a questo progetto, dotato di un budget complessivo di 6,1 milioni di euro, che dal 2013 ha fornito un supporto al ritorno naturale del mammifero sulle Alpi centroorientali. Sei branchi e una coppia sono presenti sul territorio provinciale, per un totale di 40 soggetti, mentre sulle Alpi italiane, complessivamente, gli ultimi dati riferiti al 2015/2016 parlano di 31 branchi e 8 coppie, in tutto 188 esemplari. Supportare la conservazione e la gestione a lungo termine di questa popolazione è stato l’obiettivo principe del progetto: definire delle strategie funzionali ad assicurare la convivenza fra il lupo e le attività economiche tradizionali uno dei passaggi chiave per raggiungerlo.
Il Muse è stato uno dei dodici partner (due sono sloveni) che ha operato insieme a 45 altri enti per gestire tutte le questioni inerenti la coesistenza uomo/lupo in maniera coordinata. È stato questo, secondo Francesca Marucco, zoologa esperta di lupo, uno dei punti di forza di «Life Wolfalps»: «Dal Piemonte al Friuli è stata la prima grande risposta alla frammentazione gestionale presente in Italia — spiega — Ha dato vita a una rete efficiente di istituzioni, che lavorano basandosi su dati oggettivi e scientifici e per favorire la convivenza si è basato su azioni concrete». Il problema maggiore ancora irrisolto? La comunicazione. «Il modo in cui i mass media trasferiscono le informazioni al grande pubblico, spesso sensazionalistico, — chiosa Marucco — rimane l’impegno di mettere al centro della discussione i dati oggettivi». E se in Alto Adige la petizione online lanciata dall’assessore per l’agricoltura Arnold Schuler «per abbassare il livello di tutela» e «rendere possibile il prelievo controllato» ha già raccolto 12.000 firme, Marucco risponde con la «conoscenza, fondamentale per risolvere il conflitto generato dal ritorno del lupo. Il controllo della specie — aggiunge — basato su dati scientifici non deve essere un tabù, non a caso è in discussione oggi a livello nazionale».
A «Life Wolfalps» e al suo protagonista il Muse dedica cinque giorni di appuntamenti a cominciare da domenica, la «Giornata del lupo» al museo dalle 10 alle 21 con eventi e dimostrazioni a tema. Lunedì 19 e martedì 20 saranno dedicati alla «coesistenza tra uomo e lupo sulle Alpi e in Europa». Infine, il convegno degli esperti europei di grandi carnivori.