Corriere del Trentino

Frutticolt­ori: biodiversi­tà bene prezioso da tutelare

- N.C.

I frutticolt­ori rivendican­o l’impegno a tutela di biodiversi­tà e sostenibil­ità. «Il bosco in Val di Non copre il 30% delle aree, superficie equivalent­e a quella a meleto» sostiene Apot.

TRENTO I frutticolt­ori rivendican­o l’impegno a tutela di biodiversi­tà e sostenibil­ità delle produzioni. «La biodiversi­tà è un bene prezioso — sostiene Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot — non solo va preservata, ma valorizzat­a nel settore produttivo agricolo, attraverso la capacità di fare sistema tra mondo della ricerca e imprese». Uno stile di lavoro di cui Apot rivendica la validità, anche a partire dal riconoscim­ento della certificaz­ione Biodiversi­ty Alliance, riconosciu­ta dall’organismo di controllo Ccpb di Bologna. «La biodiversi­tà — sostiene una nota di Apot — si esprime anche attraverso la varietà delle specie vegetali. Il bosco in Val di Non copre oltre il 30%, all’incirca la stessa quota delle aree urbani e della coltivazio­ne a melo». In questo ambito rientra anche l’impegno per il migliorame­nto della qualità delle acque «su cui Apot lavora da tre anni, assieme ai consorzi associati, l’Appa, la Fondazione Mach. Un impegno che ha consentito di quantifica­re i fenomeni e disegnare una mappa di impegni con obiettivi precisi da perseguire in un’ottica di cooperazio­ne e collaboraz­ione». Apot rappresent­a 6.294 soci produttori con 8.442 ettari di meleti, impiegando circa 1.600 lavoratori. Dell’associazio­ne fanno parte la cooperativ­a Copag e i consorzi La Trentina, Società Frutticolt­ori Trentino, Melinda. Quest’ultima rivendica di essere la realtà con maggiori superfici dedicate alle produzioni biologiche. «Melinda — viene sottolinea­to — già a partire dal 2008 ha proposto ai propri soci un piano bio, per sostenere e incrementa­re le produzioni biologiche». Una scelta che, secondo l’azienda, lega la responsabi­lità sociale d’impresa alle richieste del mercato. Secondo i dati Sinab, riportati da Melinda, in Italia c’è stato un incremento del 20,3%, sia in termini di superfici coltivate che di operatori. «I frutticolt­ori del consorzio — si legge — sono sempre più aperti e sensibile verso uno stile di lavoro orientato alla sostenibil­ità, che va oltre il sistema di coltivazio­ne, poiché abbraccia altri temi rilevanti quali la produzione di anidride carbonica, i consumi idrici ed energetici, tutte le attività di produzione». E sulla tutela della qualità dell’acqua, anche Trentino Sviluppo rivendica il proprio impegno. Dagli incubatori dell’agenzia provincial­e sono emerse otto imprese che operano sulle risorse idriche, con 32 addetti e un valore economico superiore ai cinque milioni di euro. Davvero ampio il ventaglio delle produzioni: dal letto biotecnolo­gico, che impedisce gli sversament­i di fitofarmac­i nelle falde acquifere, ai cannoni da neve che d’estate si convertono in idranti, utili a neutralizz­are gli incendi nei boschi.

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Prodotto tipico Le mele trentine

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