Appello di Degasperi. «Qui regole eccessive» «Cinque Stelle, frattura pesante Ritrovare unità»
Appello di Degasperi: «Candidature degli ex eletti nelle civiche, i paletti sono eccessivi»
Lancia un appello alla coesione e ai principi che hanno ispirato il Movimento il consigliere provinciale dei Cinque Stelle, Filippo Degasperi. In vista del voto di ottobre per le elezioni provinciali Degasperi fa una riflessione a tutto tondo sul Movimento trentino al cui interno, dopo l’autosospensione di Vergnano, Rullo e Prada, c’è una «certa tensione». «Vorrei un dialogo aperto — dice — come in passato, non il Movimento di oggi dove c’è una frattura». Il consigliere provinciale riflette anche su altre regole che potrebbero essere «penalizzanti per il Trentino» e sugli obiettivi per il futuro. «Ci sono paletti eccessivi per la nostra realtà» spiega. Degasperi si riferisce al divieto di candidarsi agli ex delle liste civiche, una realtà fiorente in Trentino. Sul fronte delle alleanze? «Restano un tabù, ma pronti a collaborare».
Non vuole parlare di regole. «Non sono io che le faccio, mi limito a ricevere di volta in volta le indicazioni che vengono definite dallo staff» taglia corto il consigliere provinciale pentastellato, Filippo Degasperi, grande assente, per impegni istituzionali, all’incontro informale all’hotel America dei «portavoce» dei 5 Stelle (Corriere del
Trentino di ieri), nel quale si p discusso del «modello» di Di Maio in vista del voto di ottobre per le provinciali. «In passato mi sono permesso di fare una riflessione e sono stato attaccato» aggiunge. Ma su una cosa Degasperi non si astiene dal fare una riflessione: «Ci sono alcuni paletti che per il Trentino sono eccessivi» dice. Il consigliere si riferisce alla regola secondo la quale nessuno, che si è candidato con altri partiti dopo l’ottobre del 2009, data ufficiale di nascita del movimento, può candidarsi con i Cinque Stelle. Parliamo anche delle liste civiche, una realtà importante nei piccoli comuni.
Si è parlato di una squadra di giunta prima del voto, è possibile replicare il modello nazionale anche in Trentino?
«Non parlerei di questo, perché è una delle regole del Movimento, per me va bene. C’è una riflessione che, invece, vorrei fare. In Trentino ci sono comunità minuscole dove le persone, quando si tratta di candidarsi, si aggregano per attuare progetti civici, ci sono tante liste civiche, bisogna tenerne conto. Pensare di escludere persone attive, che sono con noi da anni, solo perché sono state candidate nella lista del campanile o una lista civica qualunque di un piccolo comune sarebbe penalizzate e poco produttivo».
È quanto accaduto in altre regioni con i «riciclati» in lista che ha scatenato una bufera nel Movimento.
«È poco utile per il Trentino, non tiene conto di come è fatto il nostro territorio. Una regola che può essere valida altrove qui potrebbe essere poco produttiva. Abbiamo il caso delle comunali del 2015,
ci sono persone che hanno lavorato sodo per il Movimento, ma erano candidate in liste civiche». Avete in mente già alcuni nomi per la futura squadra?
«Nessuna squadra e nessun candidato, se ne parlerà».
Lei ha sottolineato l’importanza di avere un gruppo coeso, come rientra in questo suo auspicio il caso di Vergnano, Rullo e Prada. Li volete “recuperare”?
«Si è creata una certa tensione nei Cinque Stelle trentini, quanto è accaduto con Vergnano, Rullo e Prada merita una riflessione. Sono persone che hanno sempre portato lustro al Movimento, è anche merito loro il successo nell’Alto Garda. Non so se qualcuno abbia provato a recuperarli, non so neppure cosa vogliano fare loro. Mi piacerebbe parlarne. Vorrei un dialogo aperto e disteso, come in passato, non il Movimento di oggi dove c’è una frattura. Mi dispiace per questa situazione, sono persone che hanno lavorato bene. Il programma dei trasporti delle provinciali viene in gran parte da Vergnano, Rullo e Prada, hanno portato avanti battaglie fondamentali, basta pensare alla variante 14 del Comune di Arco».
Ritrovare l’unità per lei è il primo step. Quali sono gli altri obiettivi futuri per i Cinque Stelle trentini?
«C’è un grande desiderio, ma anche una disponibilità dei trentini al cambiamento, è un dato oggettivo. Per me l’obiettivo primario è intercettare questa disponibilità, mantenendo le nostre peculiarità. In primis: ascoltare i cittadini, come si faceva una volta con gli incontri “Parola ai cittadini”. Non possiamo essere noi a sapere quali sono i problemi dei cittadini, dobbiamo partire da qui, poi si può discutere e creare un ordine di priorità».
Quali sono le maggiori criticità del Trentino sulle quali questa legislatura non ha fatto abbastanza?
«Lavoro e sanità. Al di là dei proclami il lavoro è uno dei grandi problemi. Dietro ai dati positivi sulla disoccupazione si nascondono livelli di retribuzione troppo bassi, un operaio in media guadagna 16.700 euro al mese, poi c’è il precariato. Il lavoro non è solo quantità, ma qualità. Poi c’è la sanità. La sanità trentina è da rigenerare a partire dalla fiducia da parte degli operatori. Penso al pronto soccorso che è in crisi, con problemi di carenza di personale, è stato detto anche nella recente riunione dei medici con il dirigente generale Paolo Bordon. L’assessore Luca Zeni non ha detto una parola».
Parliamo della Lega. Se a ottobre replicherà i risultati delle recenti Politiche, siete pronti a collaborare o le alleanze restano un tabù?
«Noi abbiamo sempre collaborato con chi condivide le idee e gli obiettivi del Movimento. L’alleanza è un tabù e credo resterà tale».
Strategie Se la Lega replicherà i risultati delle Politiche? Abbiamo sempre collaborato con chi condivide i nostri obiettivi L’alleanza è un tabù e credo resterà tale