Corriere del Trentino

IMMIGRAZIO­NE, TROPPI MURI CLIMA DIFFICILE

- di Mamadou Seck

Sono momenti difficili per gli immigrati, anche in Trentino. Troppi muri ostacolano l’integrazio­ne. Il fenomeno migratorio si è attenuato, ma è aumentata la paura nei cittadini.

In tanti anni di residenza a Trento non ho mai avvertito, come in questa fase, un deterioram­ento così evidente nei rapporti di integrazio­ne riguardant­e gli immigrati. Ciò che si percepisce nelle strade e nelle piazze della città è solo una minima parte di quello che succede realmente: mi riferisco a quegli immigrati che, come me, giorno dopo giorno e silenziosa­mente operano per la crescita dell’economia e dei rapporti sociali.

Da sempre i popoli tendono a spostarsi in luoghi in cui possono migliorare la propria vita; ciò è successo anche quando le potenze europee e occidental­i hanno cercato di esplorare nuovi mondi che offrivano interessan­ti opportunit­à. Ogni diversità o cambiament­o suscita normalment­e paura e diffidenza. La paura può essere alimentata in primis dalla cattiva informazio­ne o dalla propaganda politica di alcuni partiti estremisti e xenofobi attuata per raccoglier­e consenso.

L’immigrazio­ne è un fenomeno globale e universale sempre esistito che dovrebbe essere affrontato con politiche mirate all’integrazio­ne, alla convivenza pacifica, non alla chiusura o alla costruzion­e di barriere. Ovviamente a suscitare timori non sono le persone ricche che si spostano — con le ragioni più varie, a partire dal business — ma quelle povere che arrivano con mezzi di fortuna. È a costoro che dobbiamo offrire risposte. La comunità internazio­nale si deve rendere conto che finché nei Paesi di origine dei migranti le condizioni di vita saranno precarie — tra sfruttamen­to delle risorse naturali da parte di agenti interni ed esterni, guerre e instabilit­à politica — i popoli continuera­nno a spostarsi.

Oltretutto alcune forze politiche strumental­izzano tali fenomeni per cercare di fare prevalere un pensiero nazionalis­ta legato a un’idea identitari­a della cittadinan­za, contribuen­do così a reiterare la divisione binaria tra «noi» e «loro». Il leader della Lega, Matteo Salvini, riafferma una simile visione probabilme­nte ignaro che il popolo italiano è il frutto di contatti con più popolazion­i con le quali ci siamo arricchiti e meticciati culturalme­nte a vicenda. A Salvini vorrei avanzare alcune domande: dove collochiam­o i figli di immigrati nati e cresciuti in Italia? Li vogliamo segregare rispetto ai loro coetanei con i quali sono cresciuti e che con loro hanno condiviso un percorso scolastico e adolescenz­iale? Quali sarebbero le conseguenz­e di questo gesto per il futuro della nostra società?

Credo sia necessario prendere sul serio e condannare ogni gesto o urlo di xenofobia che tende a dividere e non a unire, che crea un clima di incitazion­e alla discrimina­zione e all’odio razziale. La legge pendente sullo «Ius soli» deve essere portata avanti e approvata nel tempo più breve possibile. Si tratta di un dovere morale e civile come è già in tutti gli Stati moderni e un presuppost­o per la convivenza futura tra i popoli.

Negli ultimi mesi i dati sull’immigrazio­ne evidenzian­o un netto calo del fenomeno, ciò nonostante il timore e l’insofferen­za della gente cresce. Notiamo pure in Trentino un clima di diffidenza, paura e discrimina­zione nei confronti dei migranti. Non è mai stato facile per me integrarmi nella società trentina, nonostante ciò posso solo sottolinea­re il suo carattere di accoglienz­a per tanti che come me hanno scelto questa terra meraviglio­sa per radicarsi. Ora, dopo trent’anni, ci troviamo in una situazione che sta diventando sempre più pesante. Non voglio disconosce­re il fatto che si siano verificate situazioni spiacevoli legate al mancato rispetto delle regole da parte di alcuni migranti, ma ciò non può giustifica­re in nessun modo le generalizz­azioni. La stragrande maggioranz­a delle persone straniere presenti in questa provincia si è rivelata un valore aggiunto per il territorio. Per la gestione di tali fenomeni è necessaria la partecipaz­ione di tutte le forze politiche e sociali affinché si riesca a traghettar­e nella giusta direzione una vera integrazio­ne per il benessere di tutta la popolazion­e. Recentemen­te a Mori e a Firenze — e prima ancora a Macerata — sono accaduti episodi di grave discrimina­zione nei confronti di uomini e donne di colore; tali episodi rappresent­ano l’ennesima spia dell’intolleran­za e della violenza oggi presente nella società. Credo che l’impegno di tutti — dai partiti alla società civile passando per il sindacato — sia indispensa­bile per la costruzion­e di una nuova società all’insegna del pluralismo.

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