Teatro Sociale, da oggi a domenica il capolavoro di Eco «Il nome della Rosa»
Aveva debuttato in regione a gennaio, nella sala del Teatro Comunale di Bolzano, suscitando grande soddisfazione nel pubblico. Torna in palcoscenico, da oggi a domenica 25 marzo al Teatro Sociale di Trento Il nome della rosa, la prima versione teatrale italiana del capolavoro di Umberto Eco. Un vero e proprio kolossal visti i numeri dei professionisti coinvolti, le scenografie, i video e l’attenzione rivolta a costumi, musiche e addirittura agli odori. Un affresco di grande spessore, prodotto grazie a un importante budget messo a disposizione da tre istituzioni di rilievo quali i Teatri Stabili di Torino, Genova e del Veneto.
I nomi chiamati rendono onore al prestigio del romanzo. Primo fra tutti Stefano Massini, direttore del Piccolo Teatro di Milano e uno degli autori più apprezzati in Italia e all’estero, che ha curato la scrittura teatrale traendo dal celebre romanzo una drammaturgia rispettosa della storia originale. La concertazione registica è stata poi affidata a Leo Muscato, già esperto nel gestire materie sceniche complesse quali quelle operistiche. «Il romanzo di Umberto Eco nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura — ha sottolineato il regista — un incrocio di segni dove ognuno ne nasconde un altro». Tra le altre sfide, sostanziale quella di restituire in modo realistico ed efficace la topografia dell’abbazia e le numerose transizioni spaziali e temporali che scandiscono la vicenda. Ad aiutarlo in tale difficile compito le videoproiezioni di Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii e la ricca scenografia firmata da Margherita Palli, storica collaboratrice di Luca Ronconi.
Infine, sul palco, a dare corpo e voce alle vicende di Adso da Melk e Guglielmo da Baskerville sono gli attori Luigi Diberti e Luca Lazzareschi, affiancati da Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Giulio Baraldi, Marco Gobetti, Bob Marchese, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Alfonso Postiglione, Arianna Primavera, Franco Ravera e Marco Zannoni. Anche questo appuntamento, come tutti quelli del calendario Grande Prosa organizzato dal Centro S. Chiara, è arricchito dal consueto incontro di approfondimento e dibattito presso lo spazio ridotto del Teatro Sociale, curato dalla professoressa Claudia Demattè e dal professor Giorgio Ieranò dell’Università di Trento. Per introdurre il dibattito con gli attori della compagnia de Il nome della
rosa, domani alle 17.30 sarà la professoressa Roberta Capelli, docente presso l’Università di Trento.