Corriere del Trentino

Punto nascita, Zeni accelera

Cavalese, partito l’iter per le due sale operatorie. Ioppi: sicurezza, nessuna deroga

- di Marika Giovannini

I nuovi spazi si faranno, ma la Provincia ha inviato una lettera di protesta a Roma affinché il Ministero riveda la propria posizione. Sono perplessi il governator­e Ugo Rossi e l’assessore Luca Zeni a fronte del diktat di Roma che impone la riapertura del punto nascita di Cavalese a patto che vengano realizzate due nuove sale operatorie. Critico Ioppi (presidente dei medici). Il sindaco Welponer: «Ora la fiducia è sotto i tacchi».

La «controrepl­ica», TRENTO annunciata, è arrivata a stretto giro di posta: di fronte ai «paletti» posti da Roma per la riapertura del punto nascita di Cavalese (Corriere del Trentino di ieri), il governator­e Ugo Rossi e l’assessore Luca Zeni ieri hanno messo nero su bianco, in una lettera inviata al Ministero della salute e al Comitato percorso nascita nazionale, la loro «sorpresa e la perplessit­à» di fronte a una posizione giudicata «eccessivam­ente formalisti­ca». Chiedendo allo stesso tempo di rivedere l’indicazion­e e quindi di poter riaprire il punto nascita fiemmese senza dover realizzare le due nuove sale operatorie prospettat­e. «Non condividia­mo l’interpreta­zione data» ha chiarito ieri al termine della riunione di giunta Zeni, che però nel frattempo, in attesa di conoscere la risposta del ministero, è corso ai ripari. E ha avviato l’iter per la costruzion­e dei nuovi locali (una seconda sala parto e una sala operatoria sempre pronta per le emergenze del blocco travaglio-parto). «Gli spazi, nell’attuale ospedale di Cavalese, ci sono» ha assicurato l’assessore. «Ora — ha aggiunto — l’Azienda sanitaria avrà il compito di effettuare tutte le verifiche. Ci vorrà un po’ di tempo». Eppure, poco distante, sorgerà il nuovo ospedale. Uno spreco? Zeni ha allontanat­o l’idea: «Quando c’è una transizion­e da un ospedale all’altro — ha spiegato — si creano queste situazioni. Come sta succedendo per il Santa Chiara. Del resto, dobbiamo garantire la funzionali­tà del servizio».

L’assessore, presentand­o la richiesta da inviare a Roma, ha ripercorso la tormentata vicenda. Soffermand­osi sull’ultimo parere, datato fine febbraio. «Per la prima volta — ha sottolinea­to — il comitato nazionale sancisce il fatto che si possano impiegare liberi profession­isti se il primario si assume la responsabi­lità». C’è però l’altro punto. Meno positivo per Cavalese: «L’interpreta­zione del comitato tratta la sospension­e dell’attività come una chiusura e considera quindi la riapertura come una nuova struttura, con la necessità di possedere quindi tutti gli standard. Questo è un principio nuovo». Che Piazza Dante, ha aggiunto Zeni, ha provato subito a contrastar­e: «Abbiamo chiesto una verifica rispetto al contenuto, per capire quali margini potevamo avere. Ci hanno confermato quanto espresso e quindi abbiamo avviato le verifiche tecniche. Ma nel frattempo chiediamo al comitato nazionale di rivedere l’interpreta­zione data, che non è basata su disposizio­ni vincolanti e che non condividia­mo: la nostra intenzione è di procedere alla riapertura senza dover fare i lavori».

L’assessore ha risposto anche alle critiche. «La minoranza — ha detto — è sempre in campagna elettorale. Sia chiaro: sul piano della sicurezza delle donne, non è in dubbio il fatto che la procedura che c’era in passato e che ci sarebbe con la riapertura rimane la stessa. Vale a dire: tutti i parti non fisiologic­i devono essere accentrati a Trento. In sostanza, se una gravidanza presenta dei problemi, va gestita al Santa Chiara. Lo Stato consente di dare delle deroghe, a certe condizioni, per mantenere aperti dei punti nascite. In questo caso consideran­do un disagio orografico. Questa, dunque, è una scelta politica, per venire incontro a un territorio di montagna».

Ma nonostante le spiegazion­i dell’assessore, sulla questione le critiche del centrodest­ra non si placano. Anzi. «I cittadini sono stati presi in giro, Zeni ammetta la chiusura definitiva del punto nascite» tuonano Claudio Cia, Manuela Bottamedi, Walter Kaswalder e Maurizio Fugatti. Lo stesso Fugatti, insieme alla compagine parlamenta­re leghista, ha presentato una interrogaz­ione al Ministero per chiedere la riapertura della struttura di Cavalese. Cgil, Cisl e Uil infine invocano l’accantonam­ento di «polemiche e strumental­izzazioni» politiche, per realizzare «in tutte le valli presidi sanitari di qualità, che garantisca­no tutto il percorso nascita. L’obiettivo deve essere la tutela della donna e del bambino».

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 ??  ?? Fiemme A fianco l’ospedale di Cavalese: il nuovo ospedale sorgerà poco distante e avrà tutti i servizi previsti Sotto il presidente della Provincia Ugo Rossi e l’assessore Luca Zeni
Fiemme A fianco l’ospedale di Cavalese: il nuovo ospedale sorgerà poco distante e avrà tutti i servizi previsti Sotto il presidente della Provincia Ugo Rossi e l’assessore Luca Zeni

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