Corriere del Trentino

NUOVE FORME DI PROPAGANDA

- di Marco Brunazzo

Alcuni esponenti locali del M5S hanno suggerito, in un recente incontro, di adottare anche in vista delle prossime elezioni in Trentino la scelta di presentare la «squadra di governo» prima del voto. A livello nazionale, la decisione di Luigi Di Maio è stata elettoralm­ente vincente, seppure fortemente criticata. Sotto accusa è finita non tanto l’idea di presentare i nomi dei ministri che il partito avrebbe voluto, quanto piuttosto il fatto di inviare i nominativi durante la campagna elettorale al presidente della Repubblica. Un passaggio considerat­o, giustament­e, una «grave sgrammatic­atura istituzion­ale». Per il resto, siamo nell’ambito della lecita propaganda politica. Perché di propaganda si tratta.

L’opzione di ufficializ­zare la «squadra di governo» è stata mutuata dai Paesi dove vige una dinamica bipartitic­a (o perlomeno bipolare). La sera del giorno delle elezioni gli elettori conoscono quale maggioranz­a ha vinto, il nome del primo ministro e quello dei membri del futuro del governo. Poco importa che tale dinamica conosca in molte democrazie delle difficoltà. Una cosa è certa: in Italia, il combinato disposto della legge elettorale e della dinamica tripolare del sistema partitico rende molto difficile una chiara maggioranz­a vincente, e sostanzial­mente diventa impossibil­e conseguirl­a per un partito non coalizzato.

In Trentino sarebbe diverso? Forse sì, considerat­o che la formula proporzion­ale usata per eleggere il Consiglio provincial­e è abbinata all’elezione diretta del presidente della Provincia e all’attribuzio­ne di un premio di maggioranz­a al partito o alla coalizione del governator­e eletto. Pure qui, tuttavia, l’esistenza di (almeno) tre poli rende complicato, anche se non impossibil­e, per un partito coalizzato vincere da solo. Sotto questo profilo, i risultati conseguiti dai Cinque Stelle il 4 marzo scorso sono stati importanti, ma non tali da far immaginare che riuscirann­o a conquistar­e Piazza Dante senza essere parte di un’alleanza. Perché, allora, presentare la squadra di governo? La risposta del M5S potrebbe essere: per trasparenz­a verso i cittadini, per mostrare il meglio delle figure su cui possiamo contare, per convincere gli elettori di poter determinar­e con il voto il governo provincial­e. Fatta salva la prima, però, le altre due risposte ricadono nella propaganda: un aspetto piuttosto vituperato dal M5S fin dalle origini. Un altro esempio di «normalizza­zione» del movimentop­artito?

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