NUOVE FORME DI PROPAGANDA
Alcuni esponenti locali del M5S hanno suggerito, in un recente incontro, di adottare anche in vista delle prossime elezioni in Trentino la scelta di presentare la «squadra di governo» prima del voto. A livello nazionale, la decisione di Luigi Di Maio è stata elettoralmente vincente, seppure fortemente criticata. Sotto accusa è finita non tanto l’idea di presentare i nomi dei ministri che il partito avrebbe voluto, quanto piuttosto il fatto di inviare i nominativi durante la campagna elettorale al presidente della Repubblica. Un passaggio considerato, giustamente, una «grave sgrammaticatura istituzionale». Per il resto, siamo nell’ambito della lecita propaganda politica. Perché di propaganda si tratta.
L’opzione di ufficializzare la «squadra di governo» è stata mutuata dai Paesi dove vige una dinamica bipartitica (o perlomeno bipolare). La sera del giorno delle elezioni gli elettori conoscono quale maggioranza ha vinto, il nome del primo ministro e quello dei membri del futuro del governo. Poco importa che tale dinamica conosca in molte democrazie delle difficoltà. Una cosa è certa: in Italia, il combinato disposto della legge elettorale e della dinamica tripolare del sistema partitico rende molto difficile una chiara maggioranza vincente, e sostanzialmente diventa impossibile conseguirla per un partito non coalizzato.
In Trentino sarebbe diverso? Forse sì, considerato che la formula proporzionale usata per eleggere il Consiglio provinciale è abbinata all’elezione diretta del presidente della Provincia e all’attribuzione di un premio di maggioranza al partito o alla coalizione del governatore eletto. Pure qui, tuttavia, l’esistenza di (almeno) tre poli rende complicato, anche se non impossibile, per un partito coalizzato vincere da solo. Sotto questo profilo, i risultati conseguiti dai Cinque Stelle il 4 marzo scorso sono stati importanti, ma non tali da far immaginare che riusciranno a conquistare Piazza Dante senza essere parte di un’alleanza. Perché, allora, presentare la squadra di governo? La risposta del M5S potrebbe essere: per trasparenza verso i cittadini, per mostrare il meglio delle figure su cui possiamo contare, per convincere gli elettori di poter determinare con il voto il governo provinciale. Fatta salva la prima, però, le altre due risposte ricadono nella propaganda: un aspetto piuttosto vituperato dal M5S fin dalle origini. Un altro esempio di «normalizzazione» del movimentopartito?