Corriere del Trentino

Aquaspace, operai esasperati Rossi assicura una soluzione

Rossi e Olivi: «La Provincia rispetta le indagini in corso ma cerca una soluzione»

- di Enrico Orfano

«Ilavorator­i non possono essere tenuti in ostaggio». Questo lo slogan dei dipendenti di Aquaspace e Tessil4, che ieri mattina hanno organizzat­o una nuova manifestaz­ione contro il rischio di chiusura degli impianti dopo il sequestro del depuratore da parte della magistratu­ra. «La Provincia è impegnata a trovare una soluzione che possa permettere di riprendere al più presto la produzione» è stata la risposta del governator­e Ugo Rossi e del vicepresid­ente Alessandro Olivi. Intanto, è stato tracciato il primo bilancio di Aquafil dopo la quotazione in Borsa: i ricavi sono risultati in crescita del 14%. «Ottimi risultati» commenta il presidente Bonazzi.

ROVERETO Seconda manifestaz­ione dei dipendenti di Aquaspace e Tessil4 ieri mattina, contro il rischio di chiusura degli impianti dopo il sequestro del depuratore da parte della magistratu­ra. «I lavoratori non possono essere tenuti in ostaggio» recita il volantino consegnato agli automobili­sti bloccati attraversa­ndo la strada sulle strisce pedonali. In serata il governator­e Rossi e il vicepresid­ente Olivi hanno risposto alla richiesta di incontro urgente dei sindacati: «La Provincia è impegnata, nel rispetto delle indagini in corso da parte della magistratu­ra, a trovare una soluzione che possa permettere di riprendere al più presto la produzione».

Venerdì di due settimane fa l’allarme dei sindacati: il depuratore Aquaspace sequestrat­o può portare alla perdita di lavoro 80 persone, 15 Aquaspace e 65 Tessil4 ramo di Rovereto. Lunedì successivo la prima manifestaz­ione, mercoledì Giulio Bonazzi si dimette da presidente di Confindust­ria Trento (Aquaspace ha autonoma governance, con Aquafil spa ha in comune l’azionista, la società Aquafin Holding spa di Bonazzi e famiglia, socio unico di Aquaspace ed azionista di maggioranz­a di Aquafil spa), sabato i quotidiani pubblicano le motivazion­i del Riesame («Sistematic­ità delle violazioni. Rifiuti diluiti per occultare inquinanti»). Mercoledì 21 l’incidente probatorio dice che l’impianto rimane chiuso, ma viene chiesto all’azienda di elaborare una proposta per una riapertura parziale.

Ieri nuova manifestaz­ione dei lavoratori: attualment­e la parte biologica dell’impianto è in funzione e consente di far lavorare i 65 di Tessil4. La parte chimica è chiusa e, in Aquaspace due tecnici hanno cambiato lavoro, 3 sono i responsabi­li e gli altri turnano con le ferie. Il problema è che il lavoro di Tessil4 (65 addetti) è sostenibil­e economicam­ente solo se l’intero impianto funziona. A queste condizioni invece, alla lunga, potrebbe chiudere tutto. Aspettare il 26 settembre per l’udienza è fuori discussion­e.

Il volantino degli operai è esplicito: «Ci sentiamo vittime di un meccanismo che ci sta facendo rischiare seriamente il posto di lavoro. Certamente la tutela della salute viene prima di tutto, ma se il lavoro manca è un problema. Noi corriamo il rischio di essere i primi e gli unici a pagare un conto molto salato. Assistiamo a un imbarazzan­te rimpallo di responsabi­lità fra proprietà e Provincia. La chiusura di queste due aziende sarà una sconfitta: per noi l’Autonomia cosa fa? Indubbiame­nte la proprietà ci sta rimettendo, ma alla fine sappiamo che la Slovenia non è poi così lontana».

Ivana Dal Forno, segretario Femca Cisl, osserva: «La società non ha i documenti che possano indicare puntualmen­te come fare per avviare almeno parzialmen­te l’impianto. Per averli deve fare ricorso, con allungamen­to dei tempi. Ci dicono che normalment­e fatturavan­o 250.000 euro al mese, ora invece 85.000. Quanto possono andare avanti? È indispensa­bile la gestione sotto tutela. Altrimenti per Tessil4 già si valuta la Slovenia. Giovedì sentiremo l’azienda». Osvaldo Angiolini (Uiltec) aggiunge: «Qui si lavora molto per la sede principale di Tessil4 a Cares, con 200 addetti. Se si smette di produrre a Rovereto, non è che ci saranno conseguenz­e anche per la fabbrica nel Bleggio?». E Mario Cerutti (segretario Filctem Cgil) mette il dito nella piaga: «Il gruppo Aquafil è forte della l’immagine green ed è in Borsa. Tessil4 fa parte di Aquafil. Qui si rischia un danno di immagine con ripercussi­oni a 360 gradi». Prosegue Dal Forno: «Se dovesse andare male, l’azienda si faccia carico delle proprie responsabi­lità». Ma possibile che si siano investiti oltre 5 milioni per un impianto che in realtà non depura? «Questa cosa non avrebbe logica» dice Angiolini. Presente, come la volta scorsa, anche Filippo Degasperi (M5s): «C’erano dubbi già due anni fa e nessuno li ha fugati. A questo punto, come extrema ratio, il depuratore pubblico della Provincia, a poca distanza da qui, venga messo a disposizio­ne di Tessil4». Ma sarebbe forse aiuto pubblico.

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Ugo Rossi
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Disagi I lavoratori hanno attraversa­to di continuo le strisce creando lunghe code

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