Corriere del Trentino

Presidenze, Fugatti: noi responsabi­li Rossini: «Aspettiamo il governo»

- Marika Giovannini Raffaele Puglia © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Sono certo che il nome TRENTO del presidente del Senato sarà frutto dall’accordo tra Lega e Forza Italia». Al termine di una giornata scandita da fumate nere, Maurizio Fugatti si mostra fiducioso. «In ogni caso — sottolinea il deputato della Lega — domani (oggi,

ndr) si arriverà al dunque per la guida del Senato».

A Roma, ieri, si è consumata la prima giornata di dibattito in Parlamento. Con la compagine trentina — per la maggior parte composta da «esordienti» — già impegnata nelle prime trattative per affrontare il primo scoglio: l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. Non un passaggio scontato, quello di ieri. E lo si è visto subito. Con scintille anche all’interno delle stesse coalizioni. Il momento più alto della tensione si è avuto quando il leader del Carroccio Matteo Salvini ha deciso di proporre Anna Maria Bernini (Forza Italia) come presidente del Senato invece di supportare il candidato proposto da Forza Italia Paolo Romani. Una mossa che ha fatto infuriare Silvio Berlusconi. «Dalla Lega — ha detto il Cavaliere — arriva un atto di ostilità a freddo». «In realtà — precisa Fugatti — il nostro è stato un gesto di responsabi­lità. Abbiamo messo sul piatto una candidatur­a di Forza Italia, che possa essere gradita anche a chi non appartiene alla coalizione di centrodest­ra». Poi mette in chiaro: «Noi della Lega, in questa partita, non abbiamo chiesto nulla. È necessario però uscire da questa situazione di stallo».

Sulle nomine interviene anche Riccardo Fraccaro, deputato 5 Stelle finito tra le ipotesi per la poltrona di Montecitor­io. «Il mio nome — sottolinea il deputato pentastell­ato — non è mai stato in campo. Speriamo di trovare delle figure importanti. Ma faremo i nomi pubblicame­nte quando sarà il momento».

Sull’altro fronte, quello del centrosini­stra autonomist­a, l’esponente del Patt Emanuela Rossini si muove in sintonia con la Svp. «Aspettiamo di vedere che tipo di governo nascerà. Per intanto votiamo scheda bianca». Conferma la senatrice svp Julia Unterberge­r: «Ogni decisione viene concordata all’interno del Gruppo delle Autonomie stavolta anche noi abbiamo fatto scheda bianca. Abbiamo un problema però: da una parte c’è il senatore Romani che, come dicono tutti, è una persona autorevole, non radicale. Dall’altra anche per noi è difficile

Julia Unterberge­r (Svp) Valutiamo a prescinder­e da quello che fa il Pd Se ci verrà proposta una persona autorevole non abbiamo problemi a votarla

votare chi ha condanne». Per ora però, le strade tra Autonomie e Pd rimangono separate: «Noi valutiamo a prescinder­e da quello che fa il Pd — chiosa la senatrice Svp — abbiamo 5 voti, ma se ci verrà proposta una persona autorevole non abbiamo problemi a votarla. Dobbiamo riunirci con il gruppo e concordare cosa fare».

Per Gianclaudi­o Bressa, senatore del Pd, anche lui componente del Gruppo delle Autonomie, quanto accaduto in aula non è nulla di nuovo: «Non si poteva fare molto altro che stare a guardare, i voti erano di astensione da parte di quasi tutti. Bernini è una partita interna al centrodest­ra. Ora per forza si farà un presidente. Il Pd dovrà decidere se presentare un proprio candidato o votare scheda bianca». Secondo Bressa, la vera partita, l’ago della bilancia per il futuro di questo governo, sarà l’elezione del presidente della Camera: «Non so se si tornerà a elezioni ma ancora non si può parlare di ipotesi di governo. Siamo ancora in alto mare».

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