CULLE VUOTE, MA I VOTI PESANO
Roma contro Trento; Trento contro il ministero; le valli contro la Provincia; le opposizioni contro il centrosinistra e viceversa: il punto nascita di Cavalese è assurto a emblema di una battaglia politica che ci accompagnerà fino alle provinciali di ottobre. Se la popolazione locale — temendo di ritrovarsi prima o poi senza un presidio sanitario — ha intrapreso la strada della protesta a prescindere, non è ammissibile che una classe politica a cui abbiamo affidato il compito di fare delle scelte, anche impopolari, per un pugno di voti nasconda la testa sotto la sabbia. Peggio, disconosca i dati che ogni anno vengono diffusi dall’ospedale Santa Chiara in merito all’andamento delle nascite e che raccontano come le culle trentine — in linea con il trend nazionale — siano sempre più vuote.
Il tira e molla con la commissione romana, che ha posto il veto sulla riapertura del punto nascita per l’assenza di due sale operatorie, racchiude l’indecisionismo di un governo provinciale ritrovatosi tra due fuochi: da una parte bersagliato dal centrodestra che punta a monetizzare al massimo la recente vittoria elettorale; dall’altra colpevolizzato di alto tradimento. La via imboccata da Piazza Dante è quindi di accusare l’invasore romano, colui che vuole chiudere i punti nascita costringendo le mamme al pellegrinaggio. Il centralismo statale è sempre stato ovviamente l’ostacolo maggiore alla crescita dell’autonomia. Nel caso specifico però Roma si è mossa nel rispetto delle leggi e soprattutto della tutela delle pazienti, l’unico aspetto importante. Il ministero ha detto che per riattivare neonatologia vanno costruite due sale operatorie. Lesa maestà? No, opportuna considerazione. Sbaglia perciò la Provincia nel manifestare platealmente la propria contrarietà: sempre meglio tenersi aperta la strada romana, visto il mutamento politico in atto. Senza dimenticare che le due sale operatorie andranno costruite nell’attuale nosocomio, costeranno 700.000 euro circa e avranno soprattutto vita breve in quanto Cavalese ospiterà un nuovo ospedale (il vecchio verrà abbattuto). È il momento allora di impostare un’altra strategia: spiegare alla popolazione i rischi che si corrono nel tenere aperto un punto nascita con 200 parti annui. Perché la stella della fortuna può aiutare fino a quando non dovesse malauguratamente succedere l’irreparabile. Nel caso sarebbero guai seri e non basterebbe la caccia a un solo colpevole.