Corriere del Trentino

Cavalese e l’onnipotenz­a della politica

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A seguire va di pari passo la critica alle forze della opposizion­e che già dichiarano, una volta al potere, che saranno loro a risolvere i problemi non risolti dall’attuale governo provincial­e, basando tale ragionamen­to su non si sa quali elementi che dovrebbero consentire in futuro di realizzare ciò che fino ad oggi non è stato realizzato.

Che il governator­e Rossi speri poi nell’ipotizzabi­le futuro governo romano a guida leghista in termini di maggiore flessibili­tà nelle autorizzaz­ioni ai punti nascita, espone al ridicolo di fare rientrare la politica nazionale in toto nell’obiettivo del punto nascita di Cavalese.

Si è giunti al punto di non ritorno in termini di irrazional­ità e argomentaz­ioni speciose, campo di battaglia per i gonzi ed alibi alla politica tutta per non affrontare i nodi veri della sanità trentina a medio/lungo periodo, quelli sì in prospettiv­a con rilevanti ricadute per la salute dei cittadini, da impostare in un’ottica di realismo, razionalit­à, programmaz­ione (la rete ospedalier­a e l’edilizia; modelli sostenibil­i per la cronicità; medicina del territorio con diffusi, efficienti, visibili punti di erogazione; integrazio­ne sociosanit­aria; integrazio­ne tra profession­isti; prevenzion­e).

Per affrontare argomenti così profondame­nte tecnici quale la gestione di un punto nascita con pochi parti, la sicurezza e la qualità delle cure, occorre fare riferiment­o alle argomentaz­ioni dei tecnici, depolitici­zzare l’argomento, pena la palude di irrazional­ità in cui oggi siamo impantanat­i. Qui entra in campo la percezione politica che tutto si può fare con disponibil­ità di risorse: gravissimo e dolorosiss­imo errore, alla fine anche in termini di consenso.

Imprudente errore dell’assessore Zeni accettare la sfida persa in partenza di Cavalese, ma — stiamone certi — se cambierà il governo provincial­e saranno le attuali opposizion­i a subire le critiche che oggi lanciano con tanta veemenza.

La realtà: scarseggia­no gli specialist­i (ginecologi, neonatolog­i, anestesist­i) anche per gli ospedali maggiori, la qualità/competenza degli assunti (ammesso che sia eccellente) si perderà comunque nel giro di breve tempo a fronte della limitata casistica, le strutture edilizie non ci sono, il nuovo ospedale di Cavalese è di là da venire e sarà opportuno realizzarl­o in maniera intelligen­te (soprattutt­o pronto soccorso e servizi): la comunità fiammazza può avere servizi più vicini alle esigenze della gente e gestibili in loco con un buon livello qualitativ­o come compensazi­one della perdita del punto nascita. Sia la politica a fare le proposte in tal senso e a gestirle nel rispetto dei tempi.

In conclusion­e, è importante che in valle vi sia un qualificat­o ed efficiente servizio ambulatori­ale ostetrico-ginecologi­co che segua le donne sia prima che dopo il parto: un parto fisiologic­o prevede il ricovero per 48 ore, i parti a rischio (comunque potenzialm­ente tutti) sono già effettuati a Trento e Bolzano. Per gestire i parti della val di Fiemme occorrono due posti letto in più a Trento, come puro conto matematico. È poi importante, anzi fondamenta­le, il supporto autentico, non di risulta, di Trento nei confronti dei servizi di valle.

Purtroppo la sensazione è che la polemica sia ormai difficilme­nte rientrabil­e.

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