UN LIEVE SOFFIO DI SPERANZA
C’è il rischio di venire accusati di buonismo, termine brutto per indicare una bontà ostentata e, dunque, finta, ma in occasione della grande festa pasquale sia concesso soffermarsi su una piccola buona notizia, simile a un lieve soffio di speranza. Ci viene dai bambini e non c’è da stupirsene: è normale che sia così poiché, se gli adulti non interferiscono, pregiudizi e preconcetti sono per loro astrazioni sconosciute.
È la storia di Noelle e Badia, due bambine di Ravina, una italiana e l’altra siriana diventate amiche per la pelle. È tutta qui la notizia, niente di nuovo e straordinario, ma ciò nonostante si ha la sensazione si tratti di un piccolo mattoncino che contribuisce a costruire quel grande e molto impegnativo edificio chiamato integrazione. Perché i genitori, e in particolare si pensa a quelli italiani, non hanno posto ostacoli a che nascesse l’amicizia tra le due piccole e, tanto meno, hanno deciso di far cambiare scuola alla loro figlia, scelta non così rara tra quanti temono le alte percentuali di bambini stranieri nelle classi. Ci si può soltanto augurare che l’amicizia di Noelle e Badia duri oltre le elementari, che continui nella giovinezza e nell’età adulta, trasformandosi con il tempo in esempio trascinante per l’intera comunità.
Al di là di questa piccola buona notizia ce n’è però una un poco più grande che peraltro punta nella medesima direzione. Succede in Sudtirolo dove ci si poteva immaginare che l’arrivo di sia pure non moltissimi immigrati africani avrebbe causato grande allarme, specialmente tra gli anziani. Invece un sondaggio della Caritas in diciotto comuni altoatesini informa che i pregiudizi, espressi a suo tempo anche con una certa veemenza, sono quasi dappertutto caduti. Per non apparire sognatori, va detto che gli immigrati giunti quassù sono in buona parte cristiani, particolare da non sottovalutare in quanto feste comuni e riti comuni restano un importante ponte di comunicazione.
L’accettazione dello straniero — parlare di integrazione può essere prematuro — è avvenuta anche per altre ragioni: le informazioni offerte alla popolazione su quali e quanti sarebbero stati i nuovi arrivi, i volontari che fanno scuola ai migranti per metterli in condizioni di affrontare l’esame di terza media e, terzo, ma certamente non ultimo, il fatto che la maggioranza tra loro è impegnata in lavori socialmente utili, cancellando l’immagine deleteria di stranieri nullafacenti. Se il buon giorno si vede dal mattino...