«Cultura è libertà» L’arabo può unire
Tre appuntamenti con letteratura, teatro e grafia In biblioteca a Bolzano per scoprire Qabbani, Barak, El Hadiri Adel Jabbar: «Conoscere ci fa capire che non c’è distanza»
Così vicini e così lontani. Divisi da un mare d’acqua, il Mediterraneo, e dal mare ben più grande dei pregiudizi, i paesi arabi e la loro cultura sembrano spesso molto distanti dall’Europa. In verità per riconoscere l’influenza della cultura araba non occorre recarsi in Sicilia o in Andalusia, dove, dalla cucina all’architettura, le tracce della presenza araba nel passato sono maggiormente evidenti. Basterebbe pensare al linguaggio.
Molte delle parole che usiamo in italiano hanno radici nella lingua araba, a testimoniare gli intensi rapporti, dai traffici commerciali alle mescolanze, che sempre hanno unito le popolazioni dei Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo. Termini marittimi come libeccio, scirocco o gomena, termini matematici come algebra, lo zero o l’incognita x, e ancora parole come dogana o magazzino legate al commercio, nomi di piante, dall’albicocco al carciofo, e tantissime altre, da zecca a giubba, azzurro, ragazzo o ricamo che derivano tutte direttamente dall’arabo, mostrano nell’uso quotidiano il legame antico e la vicinanza con la cultura araba.
La percezione di distanza deriva quindi solo da uno sguardo disattento.
Un’interessante iniziativa promossa dalla Biblioteca Civica di Bolzano offre ora l’occasione per conoscere alcuni aspetti e per avvicinarsi alla ricca e variegata vita culturale del mondo arabo attuale. Ayam – Giorni di cultura araba è un ciclo di tre incontri curati dal sociologo dei processi migratori e relazioni transculturali Adel Jabbar e annunciati dalla bella locandina creata da Bibi Trabucchi, calligrafa della lingua araba, di Roma. Simbolicamente il manifesto rappresenta una porta gotica sullo sfondo di un mosaico tipico dello stile decorativo arabo che incorniciano la parola «libertà» scritta nella sinuosa grafia della lingua semitica. «La cultura, la conoscenza portano idealmente alla consapevolezza e alla libertà», spiega Adel Jabbar.
Gli incontri che si terranno nelle prossime settimane nelle sale della biblioteca offrono uno sguardo sul panorama della letteratura, sulla performance teatrale e sulla scrittura calligrafica aprendo così l’orizzonte su tre forme importanti di espressione della cultura araba. Chiara Comiso, esperta e laureata in lingua e letteratura araba, terrà una conferenza nel primo incontro, in programma domani, presentando un’ampia panoramica della produzione letteraria contemporanea e della ricezione di questa nell’editoria italiana. Attraverso un excursus storico e tematico verranno illustrati i più importanti autori arabi tradotti in italiano e le loro principali opere.
Adel Jabbar anticipa alcuni nomi significativi del panorama letterario attuale «Lo scrittore palestinese Mahmoud Darwish, la poetessa Amal Musa della Tunisia e Mohammed Bennis del Marocco, il poeta Nizar Qabbani e la scrittrice Ghada al Samman, entrambi siriani, e ancora la scrittrice libanese Hoda Barak che nel 2002 è venuta a Bolzano all’interno della manifestazione Orizzonti». E aggiunge: «La letteratura ha la capacità di descrivere i grandi eventi della storia, ma anche le microstorie legate ai rapporti interpersonali, gli umori, gli amori, i conflitti dei singoli e permette nel caos mediatico in cui siamo sommersi uno sguardo più chiaro sul vissuto delle persone».
Il secondo appuntamento (mercoledì prossimo) sarà dedicato alla forma espressiva del teatro. Ospite sarà l’attore Abderrahim El Hadiri del Marocco. Nella sua performance Parole sulla sabbia, adatta a bambini e adulti, convergono la tradizione del colorato teatro di strada di Marrakesh nel personaggio comico di Giufà e quella greca nel racconto del mito di Filemone e Bauci. L’ultimo incontro (18 aprile) sarà con l’arte e la spiritualità della calligrafia araba.
La conferenza dello studioso e artista calligrafo Eyas Alshayeb aprirà l’orizzonte questa volta sulla storia della calligrafia araba, che corrisponde a una vera forma di creazione artistica. La lunga tradizione nasce in origine dal divieto della rappresentazione dell’uomo e della natura da parte dell’ortodossia islamica.«Il motivo era di avvicinare l’uomo alla concezione astratta di dio» spiega Jabbar. Così la calligrafia, differenziata in numerosi stili, si è sviluppata in una forma d’arte molto raffinata. Tutti gli appuntamenti si terranno alla Biblioteca Civica di Bolzano a partire dalle ore 18.
Gli ospiti Scrittori siriani, tunisini e marocchini