Corriere del Trentino

ACCUDIRE CON EQUILIBRIO

- di Fabrizio Mattevi

Una tredicenne germanica è caduta mentre sciava con la sorella più piccola sulle piste del Bondone. Subito soccorsa, per fortuna non ha nulla di grave. La polizia municipale di Trento si è preoccupat­a di contattare i genitori e, avendoli rintraccia­ti sul lago Garda, li ha denunciati per abbandono di minore. Evitando inutili giudizi sbrigativi, la vicenda fa pensare.

Una tredicenne non è una bambina, bensì un’adolescent­e a cui vanno concessi adeguati margini di autonomia e responsabi­lità. A quell’età è opportuno affrontare da soli le piste da sci? Non c’è una risposta preconfezi­onata. Simili decisioni rientrano nel più ampio contesto familiare e relazional­e che definisce implicazio­ni e significat­i dei singoli atti, rendendoli più o meno buoni. Incidono anche le consuetudi­ni culturali come evidenzian­o le note differenze di comportame­nti tra mamme nordiche e mediterran­ee. I timori di sbagliare tormentano sempre genitori e insegnanti quando le proprie scelte condiziona­no la libertà di chi è loro affidato. Concedere autonomia è un segno di fiducia ma presuppone che le capacità altrui siano adeguate al compito. Secondo Luigi Zoja, l’accompagna­mento verso l’indipenden­za è riassunto dal gesto dei padri che con le braccia sollevano il figlio, lo gettano in aria per poi riprenderl­o. L’educatore cerca l’equilibrio tra spinte opposte e complement­ari: da un lato proteggere chi è ancora inesperto, dall’altro spronare, valorizzar­e, responsabi­lizzare chi deve diventare adulto. Per imparare ad andare in bicicletta, occorre qualcuno che ti sorregga all’avvio e poi, preso il ritmo, ti lasci andare.

Da bambini, quando si è spaventati come Hansel e Gretel nel bosco, invochiamo l’abbraccio rassicuran­te dei genitori; l’adolescenz­a è invece l’epoca del distacco e delle esplorazio­ni nel mondo, in un susseguirs­i di prime volte che rimangono nella memoria: stare in casa da soli, andare a scuola senza essere accompagna­ti, il primo viaggio senza familiari. Esperienze di cui ricordiamo tremori e brividi di paura, ma al contempo la soddisfazi­one esaltante di avercela fatta a superare la prova. Ogni avventura comporta una dose di rischio ed è tenendo a bada ansie e timori, affrontand­o e superando gli ostacoli che un giovane trova coraggio e fiducia in se stesso.

Angosciato all’idea di essere abbandonat­o nella foresta, Pollicino attiva il suo ingegno e inventa la soluzione dei sassolini bianchi per non smarrire la via.

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