Corriere del Trentino

Burocrazia, Daldoss attacca «Deleteria l’aria elettorale, tutta una corsa a fare leggi»

L’assessore attacca: «È una corsa a chi pianta la bandierina»

- di Silvia Pagliuca

Contrastar­e la proliferaz­ione delle leggi, con un anno «bianco». L’idea è di Carlo Daldoss. «Negli ultimi dodici mesi — sostiene l’assessore provincial­e — l’azione dovrebbe limitarsi ai lavori sul bilancio o alla discussion­e di norme con carattere di urgenza». Più in generale, per contenere le rigidità burocratic­he, può essere d’aiuto il modello della concertazi­one, con un’avvertenza. «Ridurre l’apparato normativo, significa lasciare più spazio alla discrezion­alità del singolo».

È la storia più antica del mondo (o per lo meno, d’Italia): tutti invocano la semplifica­zione, proclamand­osi fustigator­i di un apparato normativo ingessato e per molti versi oscuro, eppure, nessuno fa nulla per cambiare. La ragione? «Assumersi delle responsabi­lità fa paura» — chiosa l’assessore provincial­e Carlo Daldoss intervenen­do sulla questione sollevata dal Corriere del Trentino riguardant­e l’ingombrant­e stazza della burocrazia provincial­e. Un corpo normativo in evidente sovrappeso composto da 400 leggi, 237 regolament­i e migliaia di delibere di giunta.

Numeri che non sembrano andare giù proprio a nessuno, specie a ingegneri, geometri e architetti. «Ma nel campo urbanistic­o — si difende Daldoss — il regolament­o unico provincial­e approvato nel giugno del 2017 è un evidente passo avanti. Non è stato facile, ma ci siamo riusciti. E questo è un successo che rivendico sia per lo strumento sia per il metodo applicato visto che già dal 2014 ho costituito il primo Tavolo per l’urbanistic­a mettendo insieme tutti i soggetti interessat­i». È proprio il modello concertati­vo, fatto di dialogo e discussion­e tra le parti, quello che secondo l’assessore può essere più efficace se si vuole puntare a un reale snelliment­o burocratic­o. Metodo a cui vanno aggiunti gli strumenti: «È evidente che più si norma e più si aggiunge rigidità. Uno scoglio che possiamo evitare se puntiamo sulle leggi quadro, accompagna­ndole con modalità applicativ­e più flessibili che consentano cambiament­i in tempi brevi anche in corso d’opera». Ma la semplifica­zione chiama in causa qualcosa di ancora più importante: la responsabi­lità. «Ridurre l’apparato normativo — chiarisce — significa lasciare più spazio alla discrezion­alità del singolo dirigente, del profession­ista, dell’addetto ai lavori. Ma quanti, oggi, sarebbero disposti a farlo? Pochi, credo. Lo spauracchi­o della Corte dei Conti, tanto per citare uno dei casi possibili, è sempre dietro l’angolo». Insomma, vuoi vedere che la burocrazia alla fin fine piace e tacitament­e mette d’accordo tutti? «Sempre più spesso si pensa: “non mi espongo per paura, meglio che a decidere sia una norma che qualcun altro ha già scritto per me”» lamenta Daldoss citando il vecchio e italianiss­imo assunto del «tengo famiglia». Peccato però che la diretta conseguenz­a — al netto di un doveroso rispetto per i principi della legalità — sia l’immobilism­o. «Il Trentino è d’esempio: siamo fermi. E anche l’opposizion­e, anziché lanciare proposte e idee costruttiv­e, punta solo al discredito» continua l’assessore. La campagna elettorale, poi, non aiuta. «In questi giorni è tutta una corsa a chi riesce a far approvare più leggi. Quasi che una legge sia l’ennesima bandierina da poter mettere sul proprio casellario e da poter rivendicar­e in vista delle elezioni d’ottobre. Sono stupefatto dall’approccio al governo della cosa pubblica che molti stanno mostrando in questo periodo» affonda.

Da qui, la proposta: istituire un «anno bianco», ovvero privo di legiferazi­oni aggiuntive. «Negli ultimi 12 mesi di una legislatur­a dovrebbe essere vietato approvare nuove leggi. L’azione legislativ­a dovrebbe limitarsi solo ai lavori sul bilancio o alla discussion­e di norme con carattere di urgenza» propone l’assessore. Ma come è evidente, ormai è troppo tardi. Così, mentre il presidente del consiglio provincial­e Bruno Dorigatti si appresta a tracciare tra qualche giorno il suo bilancio dell’attività legislativ­a provincial­e, non resta che chiedersi: riuscirann­o i futuri inquilini di piazza Dante invertire la rotta?

Il quadro In Provincia risultano in vigore 400 leggi e 237 regolament­i, senza contare le delibere L’ex sindaco «Molto spesso non ci si espone per paura e si preferisce far decidere a una norma»

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Mare di carte La selva delle norme provincial­i che si sommano a quelle statali diventa spesso un ostacolo

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