Arnaud e Marielle
Mi sto convincendo che Dio è geloso di chi ha maturato una conversione speciale. Mi riferisco al luogotenente-colonnello di gendarmeria, Arnaund Beltrame, 44 anni, che si è immolato offrendosi in ostaggio al posto di una delle persone sequestrate nel corso di un attacco jihadista a Trebes. Le affermazioni della moglie suscitano mistero che va oltre il tragico fatto di cronaca di per sé eroico: «Ci siamo lungamente preparati al matrimonio religioso, grazie al solido accompagnamento dei monaci di Lagrasse. La celebrazione doveva aver luogo in Bretagna perché lì, Arnaud aveva le sue radici. E poi era molto vicino all’abbazia di Timadeuc, dove abbiamo fatto molti ritiri. Non smetteva mai di migliorarsi, di essere il migliore sposo possibile e di rendermi felice. Mi sosteneva e mi conduceva verso l’alto, sempre con molto rispetto. Aveva una forza di volontà fuori dal comune. Per lui essere gendarme voleva dire proteggere. Ma non si può comprendere il suo sacrificio
se lo si separa dalla sua fede personale. È il gesto di un gendarme e il gesto di un cristiano. Per lui le due cose sono legate».
Dopo un pellegrinaggio a Sainte Anne d’array, nel 2015, Beltrame chiese alla vergine Maria d’incontrare la donna della sua vita, si legò a Marielle, la cui fede è profonda e discreta. Il fidanzamento venne celebrato all’abbazia bretone di Timadeuc il giorno di Pasqua del 2016. Pieno di passione per la gendarmeria, Arnaud nutriva da sempre una devozione per la Francia, per la sua grandezza,
la sua storia, le sue radici cristiane, che aveva riscoperto con la conversione. Al Centre Hospitalier Gayraud ricoverato dopo il blitz delle forze speciali mentre le forze lo stavano abbandonando si è unito in matrimonio religioso con la sua compagna Marielle, veterinaria impegnata anche nel sociale. Padre Jean-Baptiste, un sacerdote che li conosceva bene, era corso per sposarli, coronando il desiderio che avevano fissato per giugno. Chissà, forse un sogno premonitore, fin dal dicembre scorso Beltrame sentiva che qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita. Nei giorni precedenti al Natale, assieme alla prefettura e alla squadra dei pompieri di Carcassonne, aveva organizzato un’esercitazione, una vera e propria simulazione d’attentato. Lo scenario da lui immaginato era una strage terroristica in un supermercato. Macron ha parlato di «eroismo francese» le cui tracce si possono trovare lungo tutti i secoli della storia del Paese. L’ufficiale è stato promosso a titolo postumo al grado di colonnello. Una storia da non dimenticare.