Schmid racconta la Guerra di Spagna Italiani contro
«Antifascisti trentini in Spagna» Settanta volontari nella guerra civile: la storia svelata in un libro
Un libro che senza soluzione di continuità mette in luce i crimini compiuti durante la guerra coloniale e la Guerra di Spagna, leggendo i due conflitti come preamboli della Seconda guerra mondiale. Non a caso la narrazione inizia, infatti, con la riflessione: «“Italiani brava gente”, non è sempre vero».
È con questa ampia prospettiva di analisi che Sandro Schmid guarda ad Antifascisti
trentini nella Guerra di Spagna (edizioni Osiride), il suo ultimo lavoro che sarà oggetto di una duplice presentazione. La prima è in programma domani alle 17.30 a Rovereto presso la sala Caritro (piazza Rosmini), con l’intervento dello stesso autore insieme a Mario Cossali e Giuseppe Ferrandi. Il successivo incontro si svolgerà il 15 maggio alle 17.30 a Trento, presso la sala Aurora del Consiglio provinciale (via Manci). Il volume giunge a quarant’anni di distanza da quello dedicato all’argomento da Renzo Francescotti.
«La Guerra coloniale fascista e quella di Spagna — spiega Schmid — sembrano quasi una prova della Seconda guerra mondiale, gli attori poi sono gli stessi, da un lato l’alleanza Mussolini-Hitler, dall’altro le forze antifasciste. Anche dal punto di vista militare i bombardamenti, basti pensare a quello di Guernica, anticipano quelli su tante citta inermi durante il conflitto mondiale». È in questo contesto che, a ottant’anni dalla Guerra di Spagna, andando oltre ogni retorica Schmid propone un approfondimento sulle vicende di settantacinque volontari trentini delle Brigate internazionali. Combattenti di ogni classe sociale, provenienti dai centri urbani ma anche dalle valli, in parte antifascisti che scelgono di trasferirsi all’estero, oppure emigrati.
«Non si tratta solo di ricerca storica dal punto di vista della verità, il libro scava anche nella guerra civile perché nel conflitto spagnolo troviamo per la prima volta italiani contro italiani, chi nelle Brigate internazionali, altri nelle falangi fasciste. Persino all’interno delle stesse Brigate internazionali i contrasti politici non mancano» specifica. Un altro focus della ricerca riguarda il ruolo del giornale fascista Il Brennero, l’unico esistente in quel periodo in provincia. «Come vedeva un trentino medio, alla luce di tale stampa fascista, dei cinegiornali e della radio, gli avvenimenti? — si interroga Schmid — A leggere le cronache viene da sorridere, si tratta di incredibili menzogne e di falsificazione storica, ma al contempo sono dei documenti importanti — osserva — Ci permettono infatti di comprendere i mutamenti storici, molto interessante, in tal senso, è il capitolo sulle leggi razziali e il sostegno che anche in Trentino ricevono, oppure la chicca del comizio di Depero futurista sulla conquista dell’Impero. Troviamo anche degli episodi inediti sulla comunità ebraica».
Intrecciata a tutto questo scorre la storia dei settantacinque protagonisti, primo fra tutti il roveretano Emilio Strafelini, cui è dedicato un ampio capitolo: «Di lui si conosceva poco, ma sono riuscito a trovare un dossier presso l’Archivio centrale dello Stato, a Roma, che mi ha permesso di ricostruire tutta la sua storia» conclude Schmid.