Sat, Bassetti saluta con un appello «Bike in montagna, basta far west»
Sat, il commiato di Bassetti. Giovedì la nuova guida: quattro nomi in pole
«Contrasteremo chi vuole il far west in montagna, non rispettando i divieti imposti per le bici». Questo l’ultimo monito da presidente Sat di Claudio Bassetti, che ieri mattina a Rovereto ha pronunciato il suo intervento conclusivo davanti all’assemblea dei delegati. «Chiediamo all’ente pubblico collaborazione nei controlli e nell’informazione». Bassetti ha insistito sul concetto di «limite», richiamando le polemiche sui concerti in quota. Domani si saprà la composizione del nuovo consiglio direttivo e giovedì il nome del successore di Bassetti: le donne rimangono in pole.
TRENTO Il monito è fermo, come di consueto: «Registriamo costanti pressioni e spesso anche feroci attacchi perché il boom delle bike trova interessi che si coalizzano per fare uso indiscriminato della rete dei sentieri. Ma chi vuole il far west sappia che troverà una forte opposizione». Nel suo discorso di commiato, nell’ultimo giorno da presidente Sat (ieri l’assemblea dei delegati), Claudio Bassetti insiste sull’importanza di quel concetto di «limite» che, in questi anni, ha rappresentato la «firma» del suo mandato. E a stagione delle due ruote già avviata, è lì che la guida uscente punta il dito. Segnando quasi la prima sfida che impegnerà il suo successore. «Il legislatore — avverte Bassetti — ha previsto dei divieti e gli accordi sono frutto di mediazioni che le parti devono rispettare. Non sempre è così. E si alzano proteste contro Sat, lobby della montagna. Nessuno che si alzi e si aggiunga ai nostri volontari per sistemare il bene comune». Tenendo presente, prosegue, che i sentieri vietati oggi rappresentano l’11% del totale. In cifre, 610 chilometri su 5.500. «Noi — mette in chiaro il presidente uscente — abbiamo accettato la mediazione». E l’invito ai bikers è a fare altrettanto. Per evitare il far west. «In questo — aggiunge — chiediamo massima collaborazione all’ente pubblico. Nel mettere i cartelli. Nei controlli. Nella comunicazione. Nell’educazione».
Un valore, quello della «misura» e della tutela della montagna, che chiama in causa anche le ultime polemiche legate al concerto di Sinclar allo Spinale e al video dei Bastard sulla Tosa. «Non sono i fatti, seppur da evitare, l’aspetto più preoccupante. Ma la cultura che li ha prodotti e il coro favorevole che li ha accolti. Dieci anni fa, se sulla Tosa si fosse verificato un simile affronto, una intera comunità sarebbe insorta. Ora tocca a una minoranza, tocca anche a Sat, passare per gente incapace di stare ai tempi. Sono episodi che hanno la fascinazione e la capacità di trovare emulazioni con diffusione sempre più ampia».
La via da seguire, ancora una volta, secondo Bassetti, è quella della cultura, della formazione, «in tempi dove ragionamenti e confronti sem- brano essere spazzati via da slogan e ricette semplici quanto inapplicabili». Ma «la vita in montagna — ricorda l’ormai ex guida del sodalizio — è complessità. Ecco perché abbiamo costruito lo spazio alpino in Sat». E segue lo stesso solco l’impegno del sodalizio all’interno delle scuole, il rapporto con i centri di ricerca, ateneo e enti istituzionali. «La nostra responsabilità nella società è cresciuta insieme all’autorevolezza» osserva Bassetti. Che lancia un’ulteriore sfida: «Occorre lavorare molto per trovare ascolto più attento e incidere in modo più significativo sulle scelte».
Ma l’ex presidente non nasconde anche gli aspetti più critici. Come, in un periodo di risorse in calo, la necessità di un rapporto più collaborativo con i gestori dei rifugi. Non senza problemi, come il recente caso del rifugio Finonchio. «Ci vogliono fa passare per vessatori. Non ci stiamo. Non ci stiamo ad accettare la posizione di imprenditori che fanno le vittime a fronte di richieste inferiori a mille euro al mese per una struttura nuova e utilizzabile tutto l’anno». Delicato anche il rapporto con il Cai, minato oggi da una «contrapposizione su valori economici». Infine, una puntualizzazione, che Bassetti lascia per ultima: «Non mi ripresenterò da candidato. E non sono disponibile a misurarmi in altri campi, come quello politico. Non ho fatto il presidente per costruirmi un futuro altrove».
Unanime l’abbraccio dell’assemblea a Bassetti. E via libera anche al bilancio 2017 (che chiude con un attivo di 678.000 euro grazie al premio assicurativo del rifugio Tonini, senza il quale l’attivo sarebbe comunque di 64.000 euro). Poi, spazio all’elezione dei 19 consiglieri che daranno vita al nuovo consiglio direttivo: lo spoglio, però, sarà solo domani. Mentre giovedì, alle 20.30, il consiglio si riunirà per eleggere presidente, vicepresidenti e segretario. Tra i nomi «papabili» per la carica più alta le due favorite Maria Carla Failo e Anna Facchini, ma anche Roberto Bertoldi e Claudio Colpo.