Corriere del Trentino

Emorragia virale Morti 70 conigli, nessun pericolo

Capoluogo, colpiti tre allevament­i familiari. La dirigente: «Già tutto risolto»

- Ma. Gio.

Malattia emorragica virale: questa la diagnosi in seguito al decesso di 70 conigli. Ma, assicura la dirigente del Servizio ambiente del Comune di Trento Luisella Codolo, tra i conigli si tratta di un problema non così raro. E, in ogni caso, già rientrato.

TRENTO Il nome mette una certa ansia: malattia emorragica virale. Anche se, assicura la dirigente del Servizio ambiente del Comune di Trento Luisella Codolo, tra i conigli si tratta di un problema non così raro. E, in ogni caso, già rientrato per quanto riguarda il capoluogo.

Sta di fatto che la malattia, nelle scorse settimane, qualche problema l’ha creato in alcuni allevament­i della città. E lo testimonia­no tre ordinanze «contingibi­li e urgenti in materia veterinari­a» firmate dal sindaco Alessandro Andreatta mercoledì scorso.

Il problema, si legge nei tre documenti emanati dal primo cittadino, riguarda appunto l’«apertura e chiusura di un focolaio di malattia emorragica virale del coniglio», a seguito di una segnalazio­ne arrivata a inizio aprile dall’unità operativa igiene e sanità pubblica veterinari­a del dipartimen­to di prevenzion­e servizi veterinari dell’azienda per i servizi sanitari. Ed è legato a tre casi specifici.

Il primo riguarda un focolaio della malattia riscontrat­o dal personale dell’azienda sanitaria il 30 marzo scorso in un allevament­o di conigli a conduzione familiare in località Camponzin. Una epidemia che ha causato la morte di venti animali. Lo stesso giorno il personale dell’Azienda sanitaria ha effettuato un sopralluog­o anche in un altro allevament­o familiare, questa volta a Ravina. Riscontran­do lo stesso problema: anche in questo caso, la malattia emorragica virale aveva causato la morte di venti conigli.

Pochi giorni dopo, a inizio aprile, il terzo e ultimo sopralluog­o, sempre in un allevament­o di conigli a conduzione familiare, ma con sede a Sardagna. Con la «scoperta» del medesimo focolaio, che in questo caso aveva provocato il decesso di trenta conigli allevati.

In totale, dunque, sono stati settanta gli animali colpiti dalla malattia. Per questo, l’Azienda sanitaria è corsa subito ai ripari, definendo la procedura da tenere per evitare nuovi focolai in altre parti della città. «Le prescrizio­ni impartite dall’Azienda sanitaria al conduttore dell’allevament­o — scrive il sindaco nelle ordinanze — prevedono la disinfezio­ne delle conigliere e il vuoto sanitario per trenta giorni dall’effettuazi­one del sopralluog­o». Per le due aziende familiari «visitate» dagli esperti il 30 marzo, quindi, lo stop sarà fino alla fine del mese. Mentre per l’azienda interessat­a dal sopralluog­o a inizio aprile, l’interruzio­ne sarà fino a inizio maggio.

«In ogni caso — rassicura Codolo — le questioni si sono già risolte, è tutto a posto. L’ordinanza è servita sempliceme­nte perché il Ministero richiede una documentaz­ione formale».

3 Aziende

Sono state colpite dal focolaio

30 Giorni

Sono quelli di «stop» previsti per le aziende

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Sotto la lente Un coniglio di allevament­o: tre aziende sono state controllat­e

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