«Cda Itas, non c’è ansia da risultato»
Girardi parla ai sostenitori: tentato una sintesi con Lorenz, escludo duelli per il potere
L’avvocato Andrea Girardi parla ai suoi sostenitori dei tentativi a vuoto di trovare un’accordo con la lista avversaria, quella del presidente uscente Fabrizio Lorenz e del vice Giuseppe Consoli. «Non siamo riusciti a trovare una sintesi — dice a pochi giorni dall’assemblea di Itas — ma ciò non significa che si voglia fare una battaglia per il potere o per le cariche. Tutt’altro: tutte le persone della nostra lista hanno altri ruoli, per cui non c’è ansia da risultato».
A pochi giorni dall’assemblea per eleggere la nuova governance di Itas, l’avvocato Andrea Girardi parla ai suoi sostenitori dei tentativi a vuoto di trovare un’accordo con la lista avversaria, quella del presidente uscente Fabrizio Lorenz e del vice Giuseppe Consoli. «Non siamo riusciti a trovare una sintesi, ma ciò non significa che si voglia fare una battaglia per il potere o per le cariche. Tutt’altro: tutte le persone della nostra lista hanno altri ruoli, per cui non c’è ansia da risultato».
In attesa della votazione di martedì pomeriggio alla Cantina sociale di Trento, la partita sembra ancora piuttosto aperta. Alla sua base Girardi ricorda che all’inizio la proposta di organizzare una lista per Itas vide la sua risposta negativa, ma poi ci fu «molta insistenza» da parte di soci, agenti e dipendenti, tanto da sulle pari opportunità di successo nella competizione. «Questa è la nostra proposta ai delegati: spero di poter dare le informazioni: la disinformazione è un nemico. Comunque torno a dire: senza ansia di prestazione».
Quanto ai programmi legati al futuro di Itas, Girardi si spende perché il patrimonio della compagnia «rimanga in regione». Perché si imponga un concetto di «filiera corta», in modo che vengano recuperati i valori di sostenibilità e non di profitto, perché «Itas è una mutua». La maggiore vicinanza di una mutua al socio dovrebbe concretizzarsi anche nella possibilità che la compagnia «si assuma rischi che magari altre, per numeri o tipologia, non vogliono assumere». «Con gli agenti punteremo alla costruzione di prodotti particolari, magari a seconda delle esigenze delle zone».
Per comporre la sua lista Girardi ha guardato anche «fuori confine», poiché servono «piloti in grado di leggere bene e con efficienza il mercato assicurativo».
Della «triade di assicurato- ri», Cerri punta il dito contro l’attuale management delle compagnie, «che ha perso il contatto con il contesto socio economico», pensando solo a «spremere utili». Itas, a parte le «diatribe locali» che ne hanno recentemente offuscato l’immagine, «è un modello esemplare: la mutualità non è un gioco — dice Cerri — è il miglior modo di fare business».
Gli altri due componenti con esperienza tecnica nel mondo assicurativo sono Mendes («dobbiamo mettere le mani sul timone di Itas, per capire le vere priorità, puntando a un’azienda flessibile, adatta alle sfide future») e Vagnone («siamo qui in una cordata per dare una mano a Itas, compagnia ottima che ha avuto qualche problema. Occorre una governance forte nel dialogo con Bankitalia e Ivass. Dobbiamo diventare la migliore compagnia quanto a servizio alla gente. Essere piccoli non è un problema, i grandi gruppi hanno governance fuori Italia, noi saremo attraenti, tecnicamente estremamente capaci»).
Fra gli altri componenti della lista girardi, interessante la posizione di Barbacovi: «Sono un delegato Itas da quasi 16 anni. Per la prima volta in quest’occasione ho potuto dire la mia. È un passo avanti che esplicita un messaggio: i delegati vogliono contare, il suo ruolo non si limita ad alzare la mano». Sulla stessa linea Taddei: «Occorre riportare al centro il concetto di mutualità: non vendere le polizze a ogni costo, ma adattare il prodotto alle esigenze del cliente. Stiamo vivendo un momento storico entusiasmante: i delegati per la prima volta possono dire la loro».