LE BARRIERE ANTI-RUMORE
Il consigliere del M5S, Filippo Degasperi, nell’intervento di ieri dimostra di ignorare il piano relativo alle barriere anti-rumore. Non c’è stato alcuno stop, si procede.
Leggo con una certa sorpresa, ma anche con fastidio, sulle pagine del Corriere del Trentino di ieri, l’intervento a firma del consigliere provinciale del Movimento Cinque Stelle, Filippo Degasperi. In primo luogo perché scrive ignorando la materia, in quanto non è vero che «il tesoretto» è vincolato al Tunnel del Brennero, bensì se ne prevede l’utilizzazione su tutte le tratte di accesso a seguito della modifica del comma 13 dell’articolo 55 della legge 449/1997.
Di seguito, perché di barriere antirumore ne sono state costruite numerose: nessuno è stato fermo. Come prevede la legge, il piano di risanamento acustico di Rfi è andato avanti secondo le priorità di programma, salvo i cambiamenti disposti di volta in volta dall’autorità giudiziaria a seguito di interventi di singoli privati. In quanto a rallentare i convogli, ci pensano già le condizioni geometriche della linea che non permettono di avere migliori prestazioni.
Ciò premesso, posso assicurare il consigliere provinciale che lo scrivente non è solito fare chiacchiere, né a sottovalutare le difficoltà, motivo per il quale ho propugnato la sottoscrizione del protocollo del 17 aprile scorso tra Provincia, Comune, Rfi e ministero, necessario a verificare e risolvere i problemi trasversali che potrebbero condizionare la realizzazione di un’idea lanciata nel 2001 e contenuta nel piano predisposto dell’architetto Busquets.
Pensare che progetti quali il Tunnel del Brennero, di cui ho avviato i lavori il 28 aprile 2008, ovvero la circonvallazione di Trento possano costituire una clava elettorale non può che essere considerato strumentale a delle tesi — siano esse favorevoli o contrarie — fuorviante e deleterio per gli interessi del territorio.
Il futuro si costruisce insieme, con capacità e onestà intellettuale, attraverso una corretta discussione: con questo semplice accorgimento, non è necessario ricorrere agli «organi di informazione per discernere i fatti dalle fake news», ci si arriva da soli.
Per quanto mi consta, infine, di fake news ne ho trovate solo nell’intervento dell’esponente del Movimento Cinque Stelle che, sono certo, sarà molto più attento e propositivo quando potrà valutare i primi risultati del gruppo di lavoro previsto dal protocollo.