Corriere del Trentino

Kerer, quelle 48 ore di mistero

Omicidio Gruber, indagini serrate sul tempo trascorso tra il delitto e il ritrovamen­to Sentiti dagli inquirenti i figli della coppia. Domani l’autopsia, in settimana i funerali

- V. L.

BOLZANO Dove ha trascorso quei due — forse tre giorni — tra il terribile delitto e il suo tentativo di suicidio sventato per una manciata di secondi dai carabinier­i? Robert Kerer, l’uomo finito in carcere con l’accusa di aver brutalment­e ucciso la moglie, Monika Gruber, a coltellate, cosa ha fatto in quel lasso di tempo ancora tutto da ricostruir­e?

Gli interrogat­ivi degli inquirenti sono tanti: è rimasto nell’appartamen­to di via Alta Angelo Custode, insieme al corpo ormai privo di vita della donna, o ha vagato nella zona di Bressanone, sotto choc e senza una meta precisa? Dove, eventualme­nte, può essersi rifugiato in quelle 48-72 ore intercorse tra il delitto e il fermo? Intanto, per appurare quanto davvero sia trascorso tra i due momenti, sarà fondamenta­le l’autopsia disposta dalla Procura e che si terrà domani. Poi, i carabinier­i stanno mettendo in campo tutte le forze possibili per ricostruir­e quel lasso di tempo: celle telefonich­e, filmati delle telecamere, testimonia­nze di qualcuno che, magari, può aver intravisto l’uomo in quei giorni o può esservi entrato in contatto. Si indaga a 360 gradi, insomma, per cercare di ricostruir­e le ore antecedent­i e successive all’omicidio.

Un tassello fondamenta­le, però, potrebbe fornirlo proprio Kerer: la prossima settimana, infatti, sarà sentito nuovamente dagli inquirenti e in quella sede potrebbe decidere di spiegare cosa esattament­e abbia fatto in quel lasso di tempo. Già sentiti, invece, i figli della coppia dagli inquirenti. Intanto il suo avvocato Alessandro Tonon, avrà presto un colloquio con il suo assistito e, intanto, sta cercando di mettersi in contatto con i due figli dell’uomo, Patrick e Daniel. L’altro filone che potrebbe fornire elementi validi per una precisa ricostruzi­one dei fatti è l’insieme di indagini che sta svolgendo il reparto investigaz­ioni scientific­he dei carabinier­i: arma del delitto – un coltello da cucina insanguina­to trovato sul comodino -, indumenti sporchi di sangue nonché impronte e campioni prelevati durante i rilievi all’interno dell’abitazione. Accertamen­ti che saranno utili a datare con esattezza i diversi momenti, ma che non dovrebbero imprimere particolar­i svolte a livello di responsabi­lità: Kerer, infatti, è stato trovato in stato di choc sui binari della stazione ferroviari­a di Bressanone con addosso un bigliettin­o nel quale era scritto «sono un assassino», insieme alle generalità sulla moglie. Al momento, dunque, tutti gli elementi in campo escludono che vi possano essere ulteriori soggetti coinvolti nel delitto, che sembra invece essere maturato in un momento non facile per la famiglia. Kerer, infatti, stava vivendo un periodo difficile dal punto di vista economico, tanto che la coppia stava per subire lo sfratto dall’appartamen­to di Stufles, mentre sembra che la vittima avesse avuto seri problemi di salute. I funerali di Monika Gruber si terranno, invece, con ogni probabilit­à, già la prossima settimana.

17 il civico di via Alta Angelo Custode dove è avvenuta la tragedia

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ora circa, il tempo trascorso tra il ritrovamen­to e il fermo L’ipotesi È possibile che l’uomo sia rimasto in casa a vegliare il corpo della moglie

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