Corriere del Trentino

SANITÀ TRENTINA, LISTE D’ATTESA E UN’AZIONE POLITICA INCISIVA P

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Sono andato dal medico per un forte attacco di artrite reumatoide, malattia autoimmune di cui soffro da qualche anno, per fortuna in misura controllat­a e ancora ridotta. Ogni tanto capita però di subire un attacco e, quando arriva, è molto doloroso e fastidioso. Bene, il mio medico di base mi fa il certificat­o di richiesta visita «Rao B», cioè tempi di attesa massimo 10 giorni, che già comunque sono tanti quando hai dolori diffusi. Data della richiesta del medico: 5 aprile 2018. Telefono al Cup il giorno stesso. Risposta: la richiamiam­o noi perché non abbiamo date disponibil­i. Ho richiamato io altre due volte nei giorni a seguire, a oggi nessun riscontro. Richiamo il mio medico di base e mi consiglia di fare ricorso al solito Cortisone, mentre aspetto la visita. Cedo per disperazio­ne, per dormire la notte e per togliermi il dolore: mi compliment­o con la sanità trentina, che pare davvero efficiente a detta di molti. E, da un giro sui social, scopro che la situazione di inefficien­za struttural­e riguarda molti settori e molte persone. Ma non è che davvero si sta smantellan­do la sanità pubblica? Lo chiamate progresso ed efficienza? E siamo in una provincia autonoma. Ditemi se siete ancora convinti della buona organizzaz­ione della sanità trentina. Marco Ianes, TRENTO

Caro Ianes,

arlare di sanità non è mai facile. Tralascere­i, però, come parametro di giudizio il mondo social, dove albergano sentimenti condiziona­ti molto spesso da vicende troppo personali. Sono legittime, ma non aiutano a dare una lettura a 360 gradi della situazione in cui versa la sanità trentina. Dal mio punto di vista, abbiamo una sanità a due facce. La prima è quella da lei descritta, che tocca sul vivo i cittadini con pesanti ricadute sulla valutazion­e del sistema sanitario. Perché se si scantina sulle liste d’attesa la percezione è di trovarsi dentro una sanità «malata», poco organizzat­a, per nulla rassicuran­te. In tale direzione l’azione politica deve quindi essere maggiormen­te incisiva, il che oggi non è. Ciò premesso — e qui arriviamo all’altra faccia — il sistema trentino, pur nelle sue palesi difficoltà quotidiane, rappresent­a ancora un’eccellenza. Potrei dilungarmi sulla profession­alità del personale medico e infermieri­stico, faccio invece riferiment­o all’accordo stipulato l’altro giorno tra Trento e Firenze sull’oncologia pediatrica. Un passo importante per rendere sempre più operativa Protontera­pia, un progetto che si trascinerà sempre dietro grandi polemiche, ma che adesso esiste e va fatto funzionare al meglio. L’obiettivo è salvare vite umane, dimenticar­selo sarebbe imperdonab­ile.

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