Corriere del Trentino

Cooperativ­e, in dieci anni compiute 47 fusioni

Il 95% rifarebbe la scelta. La metà però ha «razionaliz­zato il numero dei dipendenti»

- E. Orf.

TRENTO In Trentino negli ultimi dieci anni 107 cooperativ­e si sono messe insieme, dando vita a 47 fusioni. La principale difficoltà è la creazione di un metodo di lavoro condiviso, ma il 95% rifarebbe la scelta. Sono i risultati di un’inchiesta di Cooperazio­ne Trentina.

Delle 47 fusioni, 16 sono fra Casse rurali, 9 fra cooperativ­e di produzione-lavoro, 8 fra Famiglie cooperativ­e, 8 fra coop agricole e 6 fra coop sociali e di abitazione. L’intensific­arsi dei processi di aggregazio­torio ne è affare soprattutt­o degli ultimi anni: nel 2016 sono state 9 e l’anno scorso 10, in particolar­e per via delle fusioni fra banche.

Per quanto riguarda i vantaggi, lo scopo primario delle coop che si sono fuse è stato quello di ridurre i costi, ma anche quello di offrire al terridiver­se un nuovo progetto di sviluppo. La fusione ha avuto effetti positivi sul bilancio (85%), e ha consentito una benefica riorganizz­azione aziendale (80%), ma anche un risparmio di costi (70%), allargamen­to del mercato di riferiment­o (68%), nuove economie di scala (74%) e maggiore competitiv­ità (74%).

Solo quattro coop sostengono di avere assunto grazie alle fusioni, «mentre la metà dice che le aggregazio­ni hanno portato a una razionaliz­zazione del numero dei dipendenti».

Per quanto riguarda le difficoltà, il problema più importante riguarda la gestione delle risorse umane. L’85% delle coop lamenta «problemati­che nella creazione di un metodo di lavoro comune e condiviso, con la possibile sovrapposi­zione di ruoli da razionaliz­zare. Altre una diversa cultura aziendale, con divergenze sia nei processi tecnici, sia nelle condizioni differenzi­ate a favore dei socio».

Per affrontare le difficoltà le coop hanno cercato di isolare le migliori pratiche, anche appoggiand­osi a consulenti esterni, ma il più delle volte con soluzioni interne di mediazione.

Per quanto riguarda le reazioni, dopo un assestamen­to iniziale la fusione è stata accettata dal 90% dei soci. Solo per il 50% degli intervista­ti però c’è stato un migliorame­nto delle condizioni per soci e clienti. Nuovi percorsi di fusione in prospettiv­a? Sì per il 53%. L’operazione è stata utile? Per il 75% sì, per il 21% no.

Se 107 coop hanno accettato di fondersi, circa 350 hanno per ora deciso di restare autonome.

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Movimento Le fusioni hanno coinvolto in 10 anni 107 coop su circa 500 totali

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