Le migrazioni sullo schermo Vertova sprona il cinema «Più coraggio e delicatezza»
Dopo le anteprime che hanno scaldato i motori del dibattito in città, si apre ufficialmente domani il Festival delle Resistenze contemporanee, in Piazza Matteotti a Bolzano. È qui che prenderanno la parola giornalisti, ricercatori, artisti, studenti, uomini e donne straordinariamente normali che dialogheranno sul tema trasversale all’intera kermesse: a cosa vale la pena resistere, oggi? Tra gli appuntamenti del primo giorno, domani alle 16, il dialogo tra Marina Calculli, ricercatrice sui temi della migrazione, e Caterina Vertova, oggi attrice di «Un Posto al Sole» e anima de «La casa di ciascuna», laboratorio sulla diversità e l’integrazione per 18 donne provenienti da 10 Paesi diversi. Già impegnata al cinema con Federico Fellini e al Teatro con Giorgio Strehler, è con emozione che parla dalla sua esperienza: «Medea è il personaggio che, avendo interpretato più volte, potrei prendere a modello per parlare in piazza Matteotti di una donna straniera e degli effetti distruttivi della sua mancata integrazione»
Vertova, domani sarà a Bolzano e il titolo dell’incontro a cui parteciperà è «La migrazione tra arte e scienza». Come affronterà il tema?
«Il mio approccio è quello di chi vede la migrazione come una ricchezza artistica da gestire. Mi alternerò al discorso più razionale di Marina Calculli, una rigorosa ricercatrice. Sarà interessante vedere cosa nasce da questo incontro tra ragione e sentimento».
Pensa che il cinema, il teatro e la tv stiano rappresentando adeguatamente il fenomeno migratorio?
«In parte, sì. Ma sono anche un po’ delusa perché io temo che il fenomeno sia stato strumentalizzato. Bisognerebbe trattare certi temi con molta delicatezza».
Soprattutto in Tv?
«La Tv è un mezzo potentissimo. Ma deve aver il coraggio di togliersi la patina da fiction se vuole davvero raccontare certe realtà»
Oggi la realtà viene raccontata meglio sui social network?
«I social sono troppo violenti, si basano su una velocità di comunicazione che va contro la formazione naturale del pensiero e delle decisioni. Per quanto siano un mezzo straordinario, i social non aiutano a vivere in armonia»
Non lasciarsi travolgere dai social significa oggi resistere?
«Per me resistere oggi significa salvare il senso di umanità prima che venga travolto dalla contemporaneità di cui i social fanno parte. Io uso Internet ma non ho profili social».